La costituzione del patrimonio librario della Biblioteca diocesana di Brescia, che affonda le radici nel XVI secolo, è piuttosto complessa, e vede susseguirsi momenti di arricchimento dei fondi a dispersioni dovute oltre che a congiunture storiche anche ai continui trasferimenti di sede. Resta purtroppo inquantificabile, e si evince da diverse lacune, il materiale librario perduto durante i diversi spostamenti istituzionali.
E’ probabile che già con la nascita del Seminario di Brescia – fondato dal vescovo Domenico Bollani nel 1567 – si fosse costituita una raccolta organizzata di volumi, ma si iniziò a parlare di ‘biblioteca’ solo a partire dal XVII secolo. In seguito, grazie al contributo del vescovo Gianfrancesco Barbarigo in primis e del cardinal Angelo Maria Querini poi, si registrò un primo notevole incremento del posseduto della biblioteca, ma la raccolta venne inevitabilmente smembrata nei decenni teresiano-giuseppini e napoleonici.
Col XIX secolo il seminario fu trasferito prima nel convento di san Pietro in Oliveto, poi in quello di san Domenico e successivamente in san Cristo, e le rispettive biblioteche monastiche furono incorporate nella raccolta libraria originaria.Nel periodo post-unitario il patrimonio librario fu scisso tra due diverse sedi seminariali – il palazzo Santangelo e il succitato convento di san Cristo – che conobbero l’ultimo periodo di prosperità sotto l’episcopato di mons. Giacinto Gaggia, grazie alle prove di noti studiosi, come G.B. Meotti, L. Grammatica, P. Guerrini e A. Zammarchi.
La biblioteca custodita oggi in via Bollani, oltre ad aver definitivamente riunito le biblioteche delle due precedenti sedi, conserva testi provenienti da monasteri e conventi soppressi (volumi appartenuti ai PP. Carmelitani di S. Pietro in Oliveto – ai quali si sta dedicando una laureanda in Beni culturali – o ai cappuccini di Chiari e di Soncino), lasciti monumentali (per esempio la biblioteca donata dai PP Oblati del Santuario della B. V. delle Grazie, ora in corso di studio) e fondi acquisiti da alcune biblioteche parrocchiali (Corteno, Passirano, Maderno, Travagliato, Preseglie, Monticelli, Bagnolo Mella, Monterotondo). A ciò si aggiungono raccolte individuali pervenute al seminario nel corso del tempo, come l’intera biblioteca del vescovo di Brescia G. Gaggia o la sezione dantesca più unica che rara di don Meotti, entrambe ancora da smistare all’interno del patrimonio librario, le opere giuridiche di Agostino Gazzoli e di Lodovico Montini, i volumi appartenuti a Mons. Goffi e a Mons. Capra, i fondi speciali appartenuti a Giuseppe Scarpat e ad Albino Garzetti e molto altro materiale pervenuto in Biblioteca negli ultimi anni.