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Diocesi di Brescia

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Storia

PROFILO STORICO

Le origini del cristianesimo a Brescia sono ancora avvolte nell’oscurità, a causa della penuria di documentazione affidabile. Mancano notizie precise anche a riguardo dei primi vescovi della sede bresciana, quasi certamente una filiazione di quella milanese tra la fine del III e l’inizio del IV secolo. Il primo vescovo di cui si possieda un riferimento storico preciso è Ursicino, di cui è attestata la partecipazione al concilio di Serdica del 343.

L’evangelizzazione non dev’essere tuttavia stata né facile né rapida.
Una documentazione più ampia ci viene in soccorso tramite le omelie del vescovo Gaudenzio, vissuto a cavallo tra il IV ed il V secolo. Da esse veniamo a sapere di una cristianizzazione ormai bene avviata, come pure di una certa persistenza del paganesimo. Il cristianesimo bresciano delle origini non sembra essere stato l’oggetto di particolari persecuzioni, in ragione, forse, della sua composizione sociale; appare, invece, particolarmente vivace nella realizzazione di opere caritative, come risulta da molti elementi di carattere archeologico e toponomastico.

Per il periodo della dominazione gotica e gli inizi di quella longobardica (VIVII secolo) dobbiamo registrare una serie di turbolenze in tutta l’area del cristianesimo dell’Italia settentrionale con lo scisma dei Tre Capitoli, cui aderì anche il vescovo di Brescia. La seconda metà del VII secolo vide aumentare il processo di integrazione tra i dominatori longobardi, ormai avviati alla conversione definitiva al cristianesimo, e le istituzioni ecclesiastiche locali.
Tale sviluppo trovò la sua manifestazione più eloquente nella fondazione di due monasteri, l’uno, quello femminile di S. Salvatore (762) in città, l’altro, quello maschile di Leno (758), in provincia, destinati a diventare imprescindibili punti di riferimento per la storia bresciana, e non solo quella ecclesiastica. Entrambi i cenobi vennero istituiti dal re longobardo Desiderio.

Nel periodo franco-carolingio (VIII-IX secolo) la Chiesa bresciana assiste, come segno della propria accresciuta importanza nella complessa rete di attività politiche, economiche ed istituzionali, ad un incremento progressivo del prestigio dei propri vescovi, tra i quali eccelle Ramperto (824-844), ricordato per il suo fervoroso zelo pastorale e riformatore. Una delle sue opere più significative rimane l’edificazione del monastero di S. Faustino, ben presto rinomatissimo centro di cultura.

Le turbolente vicende che, verso la fine del IX secolo, determinarono la dissoluzione dell’impero dei carolingi non potevano non ripercuotersi negativamente nei confronti di una diocesi, come quella bresciana, molto legata a questa dinastia. In tempi di forte particolarismo feudale, tuttavia, la struttura ecclesiastica, con la sua fitta rete di pievi, diaconie ed istituzioni caritative, rimase l’unico punto di riferimento certo ed il motore di una animazione religiosa e civile destinata a più consistenti sviluppi.

Il secolo X, il cosiddetto “secolo oscuro” nella storia della Chiesa, presenta grandi traversie e difficoltà anche per la nostra Chiesa locale, coinvolta nella politica espansionistica di Berengario d’Ivrea e, più in generale, nel grande processo di feudalizzazione che coinvolgeva il cristianesimo occidentale. Si rendeva per questo necessario un progetto di riforma che tendesse a rafforzare l’autorità vescovile all’interno della diocesi, soprattutto nei confronti dei grandi monasteri, che godevano del privilegio dell’esenzione. Un’altra direttrice del-l’azione riformista dei vescovi bresciani della prima metà dell’XI secolo pare essere stata quella della disciplina della vita canonicale, istituzione che in quel tempo conosceva una fioritura mai più eguagliata.

Nella seconda metà dell’XI secolo la diocesi vive in maniera piuttosto intensa il coinvolgimento nelle questioni di vitale interesse per la Chiesa intera. Brescia assiste da protagonista agli eventi decisivi come la riforma, popolare e monastica, e lo scontro tra papato ed impero. La tradizione filo-papale dei grandi monasteri, Leno soprattutto, ma anche il rinnovamento spirituale legato al monachesimo cluniacense che, soprattutto in pianura e nella Franciacorta aveva conosciuto particolare fervore, fecero scaturire un momento di particolare tensione nel 1086, quando Enrico IV fece eleggere un vescovo a lui fedele, Oberto, cui venne contrapposto dal partito fedele a Gregorio VII il vescovo Arimanno. La vittoria di quest’ultimo gli permise di proseguire la sua politica riformatrice, con una particolare attenzione alla disciplina del clero.

Ma fu proprio la corruzione del mondo ecclesiastico, evidentemente un problema dalla soluzione alquanto ardua, a costituire l’ambiente vitale che favorì il sorgere della protesta di Arnaldo, che ebbe grande seguito in città, visti i notevoli precedenti del movimento patarinico. Anche dopo la sua cacciata da Brescia, la città fu ancora sconvolta da violente lotte, fin verso la metà del XII secolo.
È a partire da questo momento che assistiamo ad un profondo mutamento di tempi e situazioni: è il passaggio dall’età feudale a quella comunale, che vede l’attivo inserimento del vescovo di Brescia, a fianco del Comune, nelle lotte che li opposero a lungo all’imperatore Barbarossa ed ai suoi alleati. Il bilancio di queste vicende se, dal punto di vista politico, può essere abbastanza soddisfacente, presenta forti elementi di preoccupazione dal punto di vista religioso, come la crisi degli inizi del XIII secolo sembra evidenziare.

Il patrimonio vescovile e capitolare è in rovina; le grandi fondazioni benedettine e cluniacensi stanno per entrare in quel periodo di decadenza dal quale non si risolleveranno più; la presenza dell’eresia, soprattutto quella dei Catari, sembra farsi sempre più minacciosa all’interno della città. Fu l’arrivo dei Francescani e dei Domenicani, richiesti ed appoggiati dal Comune, a ridare nuovo impulso alla vita religiosa. La loro attività pastorale, alla quale si unirono in seguito Agostiniani e Carmelitani, si svolse secondo le due principali direttrici della lotta all’eresia e della catechesi al popolo: iniziativa, quest’ultima, che condusse alla formazione delle prime congregazioni laicali.

Figura eminente dell’episcopato bresciano della fine del XIII secolo fu Berardo Maggi (1275-1308), che cercò di recuperare il ruolo di equilibrata centralità della figura vescovile, conferendo ordine all’amministrazione e dando nuovi impulsi all’attività pastorale. Con lui il vescovo divenne il perno non solo della vita religiosa ma anche di quella civile, al punto che, dal 1298 fino alla sua morte, fu scelto come Signore di Brescia, carica che contribuì ad incrementare ulteriormente il suo prestigio e la sua autorità.

Se le vicende politiche di Brescia nel XIV secolo furono piuttosto tormentate, come tormentate lo furono in quel tempo quelle dell’Italia intera, la ricerca storica locale ha invece evidenziato, in questo periodo, una certa vivacità della vita religiosa, contrassegnata dal fiorire delle confraternite laicali, soprattutto a carattere caritativo e penitenziale. Principali e meritorie attività di queste istituzioni furono la fondazione e la conduzione di ospedali e luoghi di assistenza, che culminarono, tra alterne vicende, nella costruzione dell’Ospedale Maggiore, approvata dal Consiglio Comunale cittadino nel 1429.

La dominazione veneta, dal 1426 al 1797, conferisce alla storia della Chiesa bresciana una certa omogeneità. Basti osservare, ad esempio, come, in questo periodo, i vescovi di Brescia (ad eccezione del Duranti nel 1551) vennero imposti dalla Dominante, sempre particolarmente attenta, soprattutto dal XVI secolo, ad aumentare le sue prerogative giurisdizionali. Nonostante la presenza di vescovi di notevole levatura, come Pietro del Monte (1442-1457) e Domenico dè Dominici (1464-1478) la vita religiosa nella diocesi procede verso un inarrestabile degrado, motivato sia dall’assorbimento di uno stile di vita di stampo rinascimentale, come anche dall’incapacità del centro della Chiesa ad imporre quella reformatio in capite et in membris tanto attesa da certuni quanto temuta da altri. L’effetto negativo non mancò di manifestarsi in una religiosità popolare incline alla superstizione ed alla magia, dovuta all’assenza di una sistematica opera di formazione da parte di un clero notevolmente ignorante e corrotto.

I primi decenni del Cinquecento vedono, da una parte, l’apparire dei primi cenni di adesione all’eresia protestante, soprattutto nelle vallate camune e triumpline, come anche il formarsi di quei nuclei che danno il primo impulso alla Riforma Cattolica, tra i quali menzioniamo, in modo particolare, la geniale intuizione di Angela Merici e, più tardivamente, la luminosa figura di Alessandro Luzzago.

Due vescovi meritano, inoltre, una speciale considerazione: Durante Duranti e Domenico Bollani. Il primo (1551-1558) è colui che mette la diocesi sulla strada della riforma; il secondo (1559-1579) è il grande protagonista di una prima applicazione del Concilio di Trento. Il Bollani proveniva da un’eccellente preparazione politica e diplomatica e trovò efficace sintonia d’intenti con un altro protagonista della storia ecclesiastica di quegli anni, Carlo Borromeo. Troppo note sono le sue attività riformatrici, tra le quali ricordiamo almeno le visite pastorali e la fondazione del Seminario (1568), perché trovino in questa succinta esposizione lo spazio che meritano. Il Bollani rimane, nondimeno, al cuore del Cinquecento religioso bresciano.

Il Seicento, nella storia religiosa bresciana, risente delle grandi crisi, a respiro europeo, di questo secolo, da quelle economiche a quelle naturali (si pensi alle ricorrenti pestilenze e carestie). La vicenda dell’interdetto di Paolo V su Venezia ebbe notevoli ripercussioni anche nella diocesi bresciana. Ma, malgrado gli ostacoli frapposti dall’ingerenza della Serenissima nel controllo delle vicende ecclesiastiche, alcuni vescovi riuscirono a proseguire l’attività riformatrice tridentina: Marino Zorzi (1596-1631), Vincenzo Giustiniani (1633-1645) e, soprattutto, Bartolomeo Gradenigo (1682-1698). Le fonti di questo periodo, inoltre, abbondano nel testimoniare il grande successo della predicazione popolare, soprattutto con le missioni dei gesuiti, non di rado osservate con diffidenza da Venezia per i possibili disordini che potevano scaturirne.
Non dobbiamo tacere le ombre, notevoli, di questo secolo nella storia ecclesiastica bresciana: dai rigurgiti dell’eterodossia, come appare dalla presenza dei “pelagini” in Valle Camonica inclini al quietismo, alla piaga delle monacazioni forzate, con la vicenda delle monache domenicane di S. Caterina.

Il Settecento vide prolungarsi, attraverso l’opera di alcuni vescovi particolarmente illuminati, l’assetto culturale di un’azione pastorale tendente a qualificare maggiormente il clero dal punto di vista intellettuale, per far fronte alla sfida del secolo dei Lumi. Si segnalarono a questo proposito il vescovo Badoer, forse non esente da rimproveri per il suo intransigente rigore in certi procedimenti, ma soprattutto Angelo Maria Querini. Questi è forse, insieme al Bollani, la figura più eminente dell’episcopato bresciano, colui che riuscì a fondere in sintesi armonica le caratteristiche del prelato dotto ma anche dello zelante pastore, preoc-cupato di raggiungere il popolo non solo attraverso una visita pastorale impegnativa ed accurata, ma soprattutto per mezzo di un clero all’altezza della sua missione.
Durante il suo episcopato assistiamo ad un impulso notevole nella costruzione di nuove chiese, culminato in quella della nuova cattedrale; ma anche alla fondazione di una delle prime biblioteche pubbliche d’Italia.

Fu l’impulso dato dal Querini a fare di Brescia una delle capitali della cultura ecclesiastica, con le sue numerose cattedre di teologia, come pure una delle diocesi di riferimento per la vita religiosa italiana ed europea.
Ma la fertile politica culturale del Querini favorì anche, durante gli ultimi anni della dominazione veneta, l’impostazione di correnti di sapore giansenistico, che turbò notevolmente l’episcopato di mons. Molin prima e mons. Nani poi. L’istituzione della Repubblica Bresciana nel 1797 fece vivere alla diocesi uno dei momenti più infelici della sua storia, soprattutto per lo scempio operato, in nome della Ragione, di libri, opere d’arte e preziose testimonianze di una millenaria storia di fede. Il bilancio della storia della Chiesa bresciana nel periodo veneto presenta luci ed ombre: pastori degni di questo nome affiancano prelati più solleciti della loro carriera o dei loro interessi; un clero che, con l’andar del tempo, appare più qualificato ed istruito, soprattutto più vicino ad un popolo dalla pietà che, in qualche caso, andava regolata, comunque sempre profondamente sentita. Dopo la bufera rivoluzionaria, che non aveva in ogni caso scavato solchi profondi negli animi, fu merito del vescovo Gabrio Maria Nava l’aver restaurato le condizioni per una ripresa della vita religiosa: dal Seminario, all’attività edilizia, catechetico-educativa e caritativa.

 

L’Ottocento nella storia ecclesiastica bresciana pare contrassegnato, innanzitutto, da un forte rinnovamento e sviluppo della vita consacrata, soprattutto femminile, che porta alla nascita di congregazioni religiose dedite in modo particolare all’assistenza ed all’educazione; un secondo elemento connotante il secolo è il coinvolgimento del clero diocesano nelle tensioni politiche dell’età risorgimentale, che, in ultima analisi portarono ad una spaccatura tra una minoranza che simpatizzava col Risorgimento e una maggioranza che, pur critica nei confronti del governo austriaco, si mostrava diffidente, a ragion veduta come il futuro avrebbe dimostrato, nei confronti di molti esponenti liberaldemocratici.
L’aspetto maggiormente caratterizzante il XIX secolo è, comunque, l’emer-gere del “movimento cattolico” che, particolarmente nella sua sensibilità sociale, trova a Brescia uno dei suoi terreni d’elezione: nomi come quello di Tovini, Capretti, Bazoli, Longinotti e Montini sono, a questo proposito, altamente evocativi.

Il lungo episcopato di uomini come Verzeri, Corna Pellegrini, Gaggia consentì il consolidamento delle istituzioni parrocchiali, degli oratori, dell’Azione Cattolica, permettendo alla diocesi di resistere ai fenomeni collegati alla nascita della società di massa, come l’urbanesimo e l’industrializzazione.

Nella prima metà del secolo XX la Chiesa bresciana sviluppò una particolare sensibilità formativa, facendo leva sulla quale mons. Gaggia ispirò un atteggiamento di fermezza nel periodo della dittatura fascista.
Sotto la guida di mons. Tredici (1933-1964), la Chiesa bresciana fu in grado di affrontare le gravi prove del secondo conflitto mondiale del secolo e della Resistenza, allargando l’ambito della carità e la sua presenza nella lotta per la libertà.

Nel 1963 è da registrare un avvenimento storico per la Chiesa bresciana: l’elezione di un bresciano, il card.Giovan Battista Montini, a Sommo Pontefice: Papa Paolo VI (1897-1978)

I recenti episcopati di mons. Luigi Morstabilini (1964-1983), di mons. Bruno Foresti (1983-1998) e di mons. Giulio Sanguineti (1998-2007) hanno promosso un’attività di ricezione dei dettami del concilio Vaticano II non priva di difficoltà ma, nel complesso, graduale e sicura. Il cammino post-conciliare di questa Chiesa locale è, tuttavia, ancora troppo ravvicinato per essere oggetto di analisi storica serena ed obiettiva.

È nella consapevolezza di avere alle spalle una vicenda cristiana di notevole respiro e prestigio, nella fedeltà creativa alla sua grande tradizione che la Chiesa bresciana prosegue il suo cammino nella storia.

PATRONI DELLA DIOCESI

Santi Faustino e Giovita
Le notizie storiche sui SS. Faustino e Giovita si presentano caratterizzate da un alto grado di incompiutezza e di frammentarietà, contribuendo così a farne figure incerte e discusse. Fino al sec. V la loro figura era assolutamente sconosciuta nella Chiesa bresciana; il vescovo Gaudenzio (m. 406 circa), che raccolse reliquie di martiri da altre città e persino dall’Oriente, per consacrare la sua basilica detta concilium sanctorum, non li nomina affatto nei suoi sermoni. La prima attestazione relativa a S. Faustino è rinvenibile nei Dialoghi di S. Gregorio Magno, il quale parla di un «beatus Faustinus martyr in cuius ecclesia corpus [Valeriani] fuerat humatum» (Dialogi, IV, 54). La loro memoria trova invece incremento e sviluppo a partire da una passio, che li presenta come due fratelli, rispettivamente presbitero (Faustino) e diacono (Giovita), contribuendo riguardo a quest’ultimo a superare l’errata identificazione in una donna. La passio non ha alcun valore storico; composta infatti, molto probabilmente, tra VIII e IX secolo, da un certo presbitero milanese Giovanni, è un favoloso racconto in cui abbondano i tormenti, i miracoli, le conversioni, espedienti usati dai leggendisti medievali con l’intento di comporre racconti edificanti e fantastici. L’autore, infatti, narra che Faustino e Giovita, arrestati a Brescia, subirono una serie di torture sia in questa città sia a Roma e a Napoli, finché non furono decapitati a Brescia un 15 febbraio al tempo di Adriano.
A fronte della scarsità di notizie sicure dal punto di vista storico, è invece da rilevare la persistenza di un culto sviluppatosi in origine nella chiesa detta di S. Faustino ad sanguinem, sorta in un’area cimiteriale e legata alle prime presenze cristiane a Brescia. Da qui, nell’806 (o nell’817) i corpi dei due martiri furono trasferite nella chiesa di S. Faustino Maggiore, accanto alla quale nell’841 verrà fondato un monastero benedettino. In questa occasione le loro reliquie vennero distribuite ad altre città. Punto qualificante della devozione dei Bresciani ai due santi martiri è l’episodio della loro partecipazione ad alcune calamità cittadine come l’assedio del 1438, cosicché a fianco dell’autorità religiosa è la stessa autorità civile a sollecitarne con insistenza la celebrazione. L’iconografia dei due santi ha visto nel corso del tempo un progressivo cambiamento. La prima attestazione iconografica è un’immagine a sbalzo sulla astile Croce del campo, innalzata quale insegna di combattimento sul Carroccio: le teste dei due santi, avulse dal corpo, non presentano altro attributo che la giovane età e occupano il braccio corto della argentea croce (princ. sec. XII; Duomo Vecchio). Tale immagine primitiva sulla Croce del campo potrebbe aver influito sulla connotazione in termini guerrieri dei due santi, avviando così quella corrente tipologica che li raffigura quali soldati e che si svolge parallela all’altra che rappresenta Faustino come sacerdote e Giovita come diacono. Le due rappresentazioni di fatto coesistono e producono un’iconografia contraddittoria. La corrente tipologica che presenta Faustino presbitero e Giovita diacono deriva dalla passio e ha il suo primo esempio nelle monete cittadine in uso verso la seconda metà del sec. XIII. La formulazione iconografica che vuole Faustino e Giovita soldati o cavalieri trova avvio in un rozzo bassorilievo medievale che mostra Faustino a cavallo indossante una divisa. Al riguardo, giova ricordare che durante l’assedio di Brescia del 1438 condotto da Niccolò Piccinino apparvero sullo spalto del Roverotto due guerrieri in armature d’oro a respingere gli assalitori della città, per cui il Piccinino comandò ai suoi di ripiegare, affermando di esser solito combattere contro i fanti, ma non contro i santi. A partire da questo fatto singolare Faustino e Giovita vennero riconosciuti patroni della città e della diocesi, sostituendo i santi vescovi Apollonio e Filastrio. L’ultima ricognizione dei resti dei due santi risale al 1° febbraio 1923, mentre la loro memoria liturgica è fissata al 15 febbraio.

S. Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa
Dal 1651 S. Antonio di Padova, insieme ai SS. Faustino e Giovita patroni, è copatrono della diocesi.

S. Angela Merici, vergine
Dal 2010 S. Angela Merici è patrona secondaria della diocesi.

CRONOTASSI DEI VESCOVI DI BRESCIA

Secolo III
01. Sant'Anatalo (o Anatalone), protovescovo di Milano, ritenuto fondatore della Chiesa bresciana

Secolo IV
02. San Clateo
03. San Viatore
04. San Latino
05. Sant’Apollonio
06. Sant’Ursicino (Ursacio) 342
07. San Faustino
08. San Filastrio, padre della Chiesa 381
09. San Gaudenzio, padre della Chiesa

Secolo V
10. San Paolo I
11. San Teofilo
12. San Silvino
13. San Gaudioso
14. Sant’Ottaziano (Ottaviano) 451
15. San Vigilio
16. San Tiziano

Secolo VI
17. San Paolo II
18. San Cipriano
19. Sant’Ercolano
20. Sant’Onorio
21. San Rusticiano
22. San Dominatore

Secolo VII
23. San Paolo III
24. San Paterio
25. Sant’Anastasio
26. San Domenico
27. San Felice
28. San Deusdedit (Diodato, Adeodato) 679
29. Gaudioso
30. Rusticiano

Secolo VIII
31. Apollinare
32. Andrea I
33. Teobaldo
34. Vitale
35. Benedetto
36. Ansoaldo
37. Cuniperto
38. Anfrido 813

Secolo IX
39. Pietro
40. Ramperto 824/826-842
41. Notingo 844 ca.-863
42. Antonio I 863-898

Secolo X
43. Ardingo …901-922…
44. Landolfo I
45. Giuseppe
46. Antonio II …952-969
47. Goffredo di Canossa 979
48. Attone (Azzone)
49. Adalberto …996-1004…

Secolo XI
50. Landolfo II …1004/5-1030
51. Olderico I 1031-1054
52. Adelmanno di Liegi 1057-1061
53. Olderico II 1061-1072/1073
54. Conone 1073 ca.-1084 ca.
55. Giovanni I 1084 ca.-1086 ca.
56. Oberto 1086/1087-1098 ca.
57. Arimanno da Gavardo …1087-1112 ca.

Secolo XII
58. Villano …1116-1132 ca.
59. Manfredo 1132 ca.-1153
60. Raimondo 1153-1173
61. Giovanni II da Fiumicello …1174-1195
62. Giovanni III da Palazzo 1195-1212

Secolo XIII
63. Alberto da Reggio
64. Beato Guala de Roniis 1229-1243/1244
65. Azzo (Azzone) da Torbiato 1246-1253
66. Cavalcano de Salis 1254-1263
67. Martino 1263 ca.-1275
68. Berardo Maggi 1275-1308

Secolo XIV
69. Federico Maggi 1309-1316
70. Princisvalle Fieschi 1317-1325
71. Tiberio della Torre 1325-1332
72. Iacopo degli Atti 1335-1344
73. Lambertino Balduino 1344-1349
74. Bernardo Tricardo 1349-1358
75. Raimondo Bianco da Velate 1358/1359-1362
76. Enrico Sessa 1362-1367
77. Agapito Colonna 1369-1371
78. Stefano Palosii de Veraineriis 1371-1373
79. Andrea de Aptis 1373-1378
80. Nicolò Zanasio 1378-1383
81. Andrea Segafieno 1383-1388
82. Tommaso Visconti 1388-1390; 1396-1397
83. Francesco Lante 1390-1396
84. Tommaso Pusterla 1397-1399
85. Guglielmo Pusterla 1399-1416

Secolo XV
86. Pandolfo Malatesta, amministratore apostolico 1416-1418
87. Francesco Marerio 1418-1442
88. Pietro del (da) Monte 1442-1457
89. Bartolomeo Malipiero 1457-1464
90. Domenico de Dominici 1464-1478
91. Lorenzo Zane 1478-1481
92. Paolo Zane 1481-1531

Secolo XVI
93. Francesco Corner (Cornaro) 1532-1543
94. Andrea Corner (Cornaro) 1543-1551
95. Durante Duranti 1551-1558
96. Domenico Bollani 1559-1579
97. Giovanni Dolfin 1579-1584
98. Francesco Morosini 1585-1596
99. Marino Giorgi (Zorzi) 1596-1631

Secolo XVII
100. Vincenzo Giustiniani 1633-1645
101. Marco Morosini 1645-1654
102. Pietro Ottoboni 1654-1664
103. Marino Giovanni Giorgi (Zorzi) 1664-1678
104. Bartolomeo Gradenigo 1682-1698
105. Marco Dolfin 1698-1704

Secolo XVIII
106. Giovanni Badoer (Badoaro) 1706-1714
107. Gianfrancesco Barbarigo 1714-1723
108. Fortunato Morosini 1723-1727
109. Angelo Maria Querini 1727-1755
110. Giovanni Molin 1755-1773
111. Giovanni Nani 1773-1804

Secolo XIX
112. Gabrio Maria Nava 1807-1831
113. Carlo Domenico Ferrari 1834-1846
- Sede vacante 1846-1850 -
114. Girolamo Verzeri 1850-1883
115. Giacomo Maria Corna Pellegrini 1883-1913

Secolo XX
116. Giacinto Gaggia 1913-1933
117. Giacinto Tredici 1933-1964
118. Luigi Morstabilini 1964-1983
119. Bruno Foresti 1983-1998
120. Giulio Sanguineti 1998-2007

Secolo XXI
121. Luciano Monari 2007-2017
122. Pierantonio Tremolada 2017-ad multos annos

SINODI DIOCESANI E VISITE PASTORALI

SINODI DIOCESANI

01. Sinodo Manfredo 1134
02. Sinodo Alberto 1220
03. Sinodo Guala 1237-1239
04. Sinodo Martino Armanni 1262-1275
05. Sinodo Berardo Maggi 1291-1293
06. Sinodo Federico Maggi 1309 Maggio 7-11
07. Sinodo Tommaso Visconti 1389
08. Sinodo Domenico de Domenici 1467 aprile 15
09. Sinodo Paolo Zane 1506
10. Sinodo Domenico Bollani 1574 novembre 4-7
11. Sinodo Gian Francesco Morosini 1593 maggio
12. Sinodo Marino Giorgi (I) 1597 agosto 27
13. Sinodo Marino Giorgi (II) 1600
14. Sinodo Marino Giorgi (III) 1604 maggio 11-13
15. Sinodo Marino Giorgi (IV) 1612 settembre
16. Sinodo Marino Giorgi (V) 1613 maggio 7-9
17. Sinodo Marino Giorgi (VI) 1614 settembre 27
18. Sinodo Marino Giorgi (VII) 1621 maggio 11-13
19. Sinodo Marino Giorgi (VIII) 1628 agosto 29-settembre 1
20. Sinodo Vincenzo Giustiniani 1635 maggio 7-10
21. Sinodo Marco Morosini 1649 agosto 30-settembre 1
22. Sinodo Pietro Ottoboni 1658 settembre 2-4
23. Sinodo Marino Giovanni Giorgi 1668 giugno 7-9
24. Sinodo Bartolomeo Gradenigo 1685 maggio 9-11
25. Sinodo Giacomo M. Corna Pellegrini 1889 settembre 3-5
26. Sinodo Giacinto Gaggia 1923 settembre 18-19
27. Sinodo Giacinto Tredici 1952 ottobre 14-15
28. Sinodo Luigi Morstabilini 1979 dicembre 7-9
29. Sinodo Luciano Monari 2012 dicembre 1-2; 8-9

VISITE PASTORALI

Secolo XVI
1540- ___ CORNER Francesco
1556- ___ DURANTI Durante
1559-1562 BOLLANI Domenico (I)
1565-1567 BOLLANI Domenico (II)
1572-1574 BOLLANI Domenico (III)
1578-1579 BOLLANI Domenico (IV)
1580- ___ DOLFIN Giovanni (I)
1582-1583 DOLFIN Giovanni (II)
1587-1593 MOROSINI Gianfrancesco (I)
1594- ___ MOROSINI Gianfrancesco (II)
1597-1606 ZORZI Marino (I)

Secolo XVII
1608-1620 ZORZI Marino (II)
1624-1625 ZORZI Marino (III)
1633-1637 GIUSTINIANI Vincenzo (I)
1642-1643 GIUSTINIANI Vincenzo (II)
1645-1648 MOROSINI Marco (I)
1651-1653 MOROSINI Marco (II)
1656-1657 OTTOBONI Pietro (I)
1658-1663 OTTOBONI Pietro (II)
1665-1671 ZORZI Giovanni Marino (I)
1672-1678 ZORZI Giovanni Marino (II)
1683-1685 GRADENIGO Bartolomeo (I)
1691-1694 GRADENIGO Bartolomeo (II)

Secolo XVIII
1701-1704 DOLFIN Marco Daniele
1707-1714 BADOER Alberto Giovanni
1715-1722 BARBARIGO Gianfrancesco
1724- ___ MOROSINI Fortunato
1729-1738 QUERINI Angelo Maria
1756-1767 MOLIN Giovanni
1777-1793 NANI Giovanni

Secolo XIX
1808-1822 NAVA Gabrio Maria
1835-1845 FERRARI Domenico Carlo
1852-1873 VERZERI Girolamo
1884-1897 CORNA PELLEGRINI Giacomo Maria

Secolo XX
1914-1925 GAGGIA Giacinto (I)
1926- ___ GAGGIA Giacinto (II)
1934-1940 TREDICI Giacinto (I)
1943-1952 TREDICI Giacinto (II)
1954-1962 TREDICI Giacinto (III)
1968-1978 MORSTABILINI Luigi
1991-1997 FORESTI Bruno

Secolo XXI
2001-2007 SANGUINETI Giulio

SANTI, BEATI, VENERABILI E SERVI DI DIO BRESCIANI

SANTI
Afra, martire
Anastasio, vescovo di Brescia (VII secolo)
Anatalo, protovescovo di Milano, ritenuto fondatore della Chiesa bresciana (III secolo)
Angela Merici, vergine (1474-1540) patrona secondaria della diocesi
Apollonio, vescovo di Brescia (IV secolo)
Arcangelo Tadini, sacerdote (1846-1912)
Bartolomea Capitanio, vergine (1807-1833)
Cipriano, vescovo di Brescia (VI secolo)
Clateo, vescovo di Brescia (IV secolo)
Daniele Comboni, (1831-1881)
Deusdedit, vescovo di Brescia (VII secolo)
Domenico, vescovo di Brescia (VII secolo)
Dominatore, vescovo di Brescia (VII secolo)
Ercolano, vescovo di Brescia (VI secolo)
Faustino, martire, compatrono della diocesi
Faustino, vescovo di Brescia, (IV secolo)
Felice, vescovo di Brescia (VII secolo)
Filastrio, vescovo di Brescia (IV secolo), Padre della Chiesa
Gaudenzio, vescovo di Brescia (V secolo), Padre della Chiesa
Gaudioso, vescovo di Brescia (V secolo)
Geltrude Comensoli, vergine (1847-1903)
Giovanni Battista Piamarta, sacerdote (1841-1913)
Giovita, martire, compatrono della diocesi (sec. III)
Giulia, vergine e martire (V secolo)
Latino, vescovo di Brescia (IV secolo)
Lodovico Pavoni, sacerdote (1784-1849)
Maria Crocifissa Di Rosa, vergine (1813-1855)
Obizio, eremita, (XIII secolo)
Onorio, vescovo di Brescia (VI secolo)
Ottaziano, vescovo di Brescia (V secolo)
Paolo I, vescovo di Brescia (V secolo)
Paolo II, vescovo di Brescia (VI secolo)
Paolo III, vescovo di Brescia (VII secolo)
Paolo VI, papa, Giovanni Battista Montini (1897-1978)
Paterio, vescovo di Brescia (VII secolo)
Riccardo Pampuri, religioso (1897-1930)
Rusticiano, vescovo di Brescia ( VI secolo)
Silvia, vergine e martire
Silvino, vescovo di Brescia (V secolo)
Siro, vescovo di Pavia, patrono della Valcamonica (IV sec.)
Teofilo, vescovo di Brescia (V secolo)
Teresa Eustochio Verzeri, vergine (1801-1852)
Tiziano, vescovo di Brescia (V secolo)
Ursicino, vescovo di Brescia (IV secolo)
Viatore, vescovo di Brescia (IV secolo)
Vigilio, vescovo di Brescia, patrono della Riviera Sebina (V secolo)
Vincenza Gerosa, vergine (1784-1847)

BEATI
Annunciata Cocchetti, vergine (1800-1882)
Giovanni Bodeo, religioso, martire (....-1611)
Giovanni Battista Zola, sacerdote, martire (1575-1626)
Giovanni Fausti, sacerdote, martire (1899-1946)
Giuseppe Antonio Tovini, laico (1841-1897)
Guala, vescovo (1180-1244)
Innocenzo da Berzo, religioso (1844-1890)
Irene Stefani, vergine (1891-1930)
Lucia dell'Immacolata Ripamonti, vergine (1909-1954)
Maria Maddalena Martinengo, vergine (1687-1737)
Maria Troncatti, vergine (1883-1969)
Mosè Tovini, sacerdote (1877-1930)
Paola Gambara Costa, laica (1463-1515)
Petronace, abate (VIII secolo)
Sebastiano Maggi, religioso (1414-1496)
Stefana Quinzani, vergine (1457-1530)

VENERABILI
Alessandro Luzzago, laico (1551-1602)
Angiolino Bonetta, laico (1948-1963)
Antonia Lesino, laica (1897-1962)
Elisa Baldo, laica (1862-1926)
Elisabetta Girelli, laica (1839-1919)
Giacomo Bulgaro, laico (1879-1967)
Giovanni Battista Zuaboni, sacerdote (1880-1939)
Maddalena Girelli, laica (1838-1923)


SERVI DI DIO

Angelo Bosio, sacerdote (1779-1863)
Fausto Gei, laico (1927-1968)
Fortunato Redolfi, sacerdote(1777-1850)
Ireneo Mazzotti, religioso (1887-1976)
Lodovico da Breno, religioso (1616-1679)
Pierino Ferrari, sacerdote (1929-2011)
Silvio Galli, religioso (1927-2012)
Vittoria Razzetti, laica (1834-1912)
Vittorino Chizzolini, laico (1907-1984)

DIOCESI DI BRESCIA

Curia Diocesana di Brescia
Via Trieste, 13 - 25121 Brescia
Tel. 030.3722.1
Fax 030.3722.265
E-mail Curia

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