Tutti i santi della Chiesa bresciana

20 aprile, Festa

La Chiesa bresciana venera in questo giorno tutti i suoi figli che rifulsero per santità di vita, dai primi albori della propria esistenza fino ai nostri giorni e che appartennero a tutti i ceti sociali e a ogni stato di vita. In modo speciale si vogliono ricordare i Vescovi dei primi secoli che godettero di culto antichissimo, le cui reliquie sono conservate principalmente nella Chiesa cattedrale, ma anche in varie chiese della città e diocesi, e le cui celebrazioni erano prima distribuite in vari giorni del Calendario proprio.

Dal Comune dei santi.

Ufficio delle letture

Prima lettura

Dalla lettera ai Colossesi di san Paolo, apostolo (3, 1-17)

Scelti da Dio, santi e amati

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria; a motivo di queste cose l’ira di Dio viene su coloro che gli disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando vivevate in questi vizi. Ora invece gettate via anche voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla vostra bocca. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è greco o giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre.

Responsorio – Gal 3, 27-28; Ef 4, 24

℞. Battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è giudeo né greco; * tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
℣. Rivestite l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità. * tutti voi siete uno in Cristo Gesù.

Seconda lettura

Dalla Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Ecumenico Vaticano II (n. 50)

La Chiesa della terra e la Chiesa del cielo

La Chiesa dei viatori, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il Corpo Mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti e, poiché «santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati» (2Mac 12, 46), ha offerto per loro anche suffragi. Che gli Apostoli e i Martiri di Cristo, i quali con l’effusione del loro sangue avevano data la suprema testimonianza della fede e della carità, siano con noi strettamente uniti in Cristo, la Chiesa lo ha sempre creduto, e li ha con particolare affetto venerati insieme con la Beata Vergine Maria e i santi Angeli e ha piamente implorato l’aiuto della loro intercessione. A questi in breve furono aggiunti anche altri, che avevano più da vicino imitata la verginità e povertà di Cristo e finalmente gli altri, il cui singolare esercizio delle virtù cristiane e i divini carismi li raccomandavano alla pia devozione e imitazione dei fedeli.
Mentre infatti consideriamo la vita di coloro che hanno seguito fedelmente Cristo, per un motivo in più ci sentiamo spinti a ricercare la Città futura (cfr. Eb 13, 14 e 11, 10) e insieme ci è insegnata la via sicurissima per la quale, tra le mutevoli cose del mondo, potremo arrivare alla perfetta unione con Cristo, cioè alla santità, secondo lo stato e la condizione propria di ciascuno. Nella vita di quelli che, sebbene partecipi della nostra natura umana, sono tuttavia più perfettamente trasformati nell’immagine di Cristo (cfr. 2Cor 3, 18), Dio manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto. In loro è Egli stesso che ci parla, e ci mostra il contrassegno del suo Regno, verso il quale, avendo intorno a noi un tal nugolo di testimoni (cfr. Eb 12, 1) e una tale affermazione della verità del Vangelo, siamo potentemente attirati.
Non però veneriamo la memoria dei Santi solo per il loro esempio, ma più ancora perché la unione della Chiesa nello Spirito sia consolidata dall’esercizio della fraterna carità (cfr. Ef 4, 1-6). Poiché come la cristiana comunione tra i viatori ci porta vicino a Cristo, così il consorzio con i santi ci congiunge a Cristo, dal quale, come da Fonte e Capo, promana ogni grazia e la vita dello stesso popolo di Dio. È quindi sommamente giusto che amiamo questi amici e coeredi di Gesù Cristo e anche nostri fratelli e insigni benefattori, e che per essi rendiamo le dovute grazie a Dio, «rivolgiamo loro supplici preghiere e ricorriamo alle loro preghiere e al loro potente aiuto per impetrare grazie da Dio mediante il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro, il quale solo è il nostro Redentore e Salvatore». Infatti ogni nostra vera attestazione di amore fatta ai santi, per sua natura tende e termina a Cristo, che è «la corona di tutti i santi» e per Lui a Dio, che è mirabile nei suoi santi e in essi è glorificato.
La nostra unione poi con la Chiesa celeste si attua in maniera nobilissima, quando, specialmente nella sacra Liturgia, nella quale la virtù dello Spirito Santo agisce su di noi mediante i segni sacramentali, in fraterna esultanza cantiamo le lodi della divina maestà, e tutti, di ogni tribù e lingua, di ogni popolo e nazione, riscattati col sangue di Cristo (cfr. Ap 5, 9) e radunati in un’unica Chiesa, con un unico canto di lode glorifichiamo Dio uno e trino. Perciò quando celebriamo il sacrificio eucaristico ci uniamo in sommo grado al culto della Chiesa celeste comunicando con essa e venerando la memoria soprattutto della gloriosa sempre Vergine Maria, ma anche del beato Giuseppe e dei beati Apostoli e Martiri e di tutti i santi.

Responsorio – Ap 11, 17-18; Sal 145, 10

℞. Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri perché hai preso in mano la tua grande potenza e hai instaurato il tuo regno. * È giunto il tempo di dare la ricompensa ai tuoi servi e ai santi. Alleluia.
℣. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. * È giunto il tempo di dare la ricompensa ai tuoi servi e ai santi. Alleluia.

Inno

Te Deum

Orazione come alle Lodi mattutine.

Lodi mattutine

Ant. al Ben. Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale,
la gente santa, il popolo che Dio si è acquistato
per annunciare al mondo la splendida opera della sua redenzione. Alleluia.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno, che nella gloria dei santi doni a noi segni sempre nuovi del tuo amore, fa’ che la loro intercessione ci aiuti e il loro esempio ci spinga a imitare fedelmente il tuo unico Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Ora media

Antifone e salmi del giorno dal salterio, lettura breve dal Comune dei Santi, orazione come alle Lodi mattutine.

Vespri

Ant. al Magn. Stirpe eletta, luce splendente,
puri di cuore, siete voce di Cristo:
chiedete per noi al Padre del cielo
il tempo per la nostra conversione, alleluia.

Orazione come alle Lodi mattutine.