Patrono della Riviera Gardesana Bresciana

Sant’Ercolano, vescovo

12 agosto, Memoria. Nella Riviera Gardesana Bresciana: Festa

Nei dittici della Chiesa bresciana Sant’Ercolano figura come diciottesimo vescovo e il suo episcopato pare si debba assegnare al secolo VI. Il suo patronato sulla Riviera Benacense è da mettersi in relazione alle notizie di una sua permanenza eremitica, dopo la rinuncia all’episcopato, presso Campione del Garda, dove sarebbe anche morto. Le sue reliquie dal secolo XIII sono conservate e ancora oggi venerate nella chiesa parrocchiale di Maderno.

Dal Comune dei pastori, con salmodia del giorno dal salterio.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dai «Discorsi» del Cardinale Giovanni Battista Montini, poi San Paolo VI, papa (11 gennaio 1959; G. B. Montini, Discorsi e scritti milanesi, vol. II, Brescia 1997, pp. 2783-2793)

L’ufficio del vescovo

II vescovo è, per natura sua, maestro. «Andate e insegnate», ha detto Gesù: li ha fatti maestri i vescovi, e apostoli. Il maestro ha una scolaresca che gli si stende d’intorno e incomincia a marcarsi un rapporto che può essere d’interesse grande, se il maestro è detentore della verità e se è colui che estrae dalle anime la capacità di intendere questa verità. Il maestro è un benefattore e a chi lo ascolta, egli si avvicina. Non è soltanto maestro; è pure sacerdote il vescovo, sommo sacerdote! Colui che ha la pienezza dei doni divini. La sua parola è potente, il suo gesto è ineffabile. Ancora: il vescovo è la guida. Uomini siamo e, dal momento che in questa terra si vive, in questa terra si deve camminare, c’è bisogno anche di un esercizio esteriore di comando. Il vescovo è il capo e ciò sia detto apertamente e definitivamente, contro tutte le obiezioni fatte dai nostri avversari, dagli spiritualisti, specialmente che stanno al di fuori della Chiesa cattolica e che dicono che il vescovo è un usurpatore della autorità, data da Cristo alla Chiesa collettiva e anonima, al corpo dei fedeli. Mai una comunità è nata da sé. Fin dai primi momenti della Chiesa la comunità è una formazione che si verifica intorno a una persona qualificata: è una società che si catalizza intorno a un mandato, che deve essere legittimo e autorizzato. Nessuno si pone da sé un mandato da cui possa derivare la sua autorità. Il vescovo è come un anello allacciato con un altro anello, fino a formare una catena che risale, per via della apostolicità, fino a Cristo stesso. Tutte queste qualità mostrano, quasi in sintesi, un elemento comune che fa vedere come l’incarico, cioè l’ufficio, la funzione del vescovo sia per se stessa destinata a una sua estensione che supera la persona che è investita da questo incarico. Non si può concepire un vescovo che non abbia una Chiesa. Il vescovo non è un solitario, non è un professore, non è un profeta, non è un eremita, non è un monaco. Il vescovo è un uomo sociale. Il vescovo è la continuità della Chiesa, perché lui solo la organizza, la qualifica, la specifica, la abilita, la rende viva. Noi dobbiamo considerare l’ufficio del vescovo, anche nella nostra concezione di vita spirituale, personale, come indispensabile: egli rappresenta la strada che percorre Cristo per venire a noi.

Responsorio – Mt 25, 20-21

℞. Servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto: * prendi parte alla gioia del tuo Signore.
℣. Signore, mi ha consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnato altri cinque:
℞. prendi parte alla gioia del tuo Signore.

Lodi mattutine

Ant. al Ben. Senza mai stancarsi,
sant’Ercolano dispensò il pane della divina Parola,
conquistando le anime alla salvezza.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno, che hai chiamato il santo vescovo Ercolano a presiedere il tuo popolo, per la sua intercessione, dona a noi la grazia della tua misericordia. Per il nostro Signore.

Vespri

Ant. al Magn. Con memoria perenne sarà ricordato Ercolano, il giusto;
ha seguito il Signore come ministro fedele.

Orazione come alle Lodi mattutine.