Beati Giovanni Bodeo e compagni, martiri

16 febbraio, Memoria facoltativa

Giovanni Bodeo, fratello laico dei Frati Minori proveniente da Mompiano, ortolano e aiuto sacrista nel Convento di S. Maria della Neve a Praga, nel 1604 si trovò coinvolto nell’assedio della città durante la guerra boema. Il mattino del 15 febbraio 1611, mentre le truppe cattoliche si introducevano nella città, il convento e la chiesa furono assaliti da una folla inferocita. I quattordici religiosi affrontarono coraggiosamente il comune martirio, attestando la loro fedeltà a Cristo. Insieme ai suoi compagni fra’ Giovanni è stato beatificato il 13 ottobre 2012. Le sue reliquie sono venerate nel convento di S. Maria della Neve a Praga.

Dal Comune dei martiri: per più martiri o dal Comune dei santi e delle sante: per i religiosi, con salmodia del giorno dal salterio.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dalla «Passione dei martiri» scritta da Mariano de Orscelar, presbitero (Chronica, Ingolstadii 1625, cap. XXXI, pp. 522-527)

Al pascolo del Buon Pastore la morte non ha alcun potere

La Chiesa universale ha finora venerato quattordici santi ausiliatori, ciascuno per una specifica protezione, ed ora anche quella Chiesa più piccola che è la famiglia dei Minori, si è resa meritevole della nostra commossa memoria, piena di compassione, per quattordici intercessori di tutto l’impero, rivestiti d’innocenza, ammirevoli senza pari nella regia città di Praga in Boemia. Crescevano a quel tempo sospetti, risse, dispute, duelli, giuramenti e pubbliche provocazioni. Cresceva anche l’ardire e cresceva il numero di individui armati che, impugnando ciò che l’ira metteva loro a disposizione, assetati soltanto del sangue dei cattolici, piombavano sui luoghi sacri minacciando con l’aspetto, con i gesti e con le parole una spietata strage. Come leoni feroci a caccia di preda, irrompendo in ordine sparso in chiese e conventi in un’unica massa furiosa composta da migliaia di persone, scelsero per compiere l’efferato delitto la chiesa di Santa Maria della Neve, dove i Frati Minori della stretta osservanza brillavano notoriamente per la loro alta santità di vita. V’era tra quella folla chi fomentava l’ira sanguinaria contro i nostri Padri asserendo che quella razza di mendicanti s’introduceva nelle dimore regali come pure nelle case dei cittadini, infiammavano l’animo dei magnati alla lotta e a venire meno alla fedeltà che avevano pubblicamente prestato adducendo subdole lettere e si dava da fare per annientare la confessione evangelica. Il reverendo vicario del Convento, informato dell’iniqua congiura, con molto ardore esortava i suoi amati padri e frati alla palma del martirio, cosicché, dopo essersi abbracciati gli uni gli altri, e aver versato molte lacrime, compiuto il rito della penitenza e rinfrancati al banchetto di vita, si spronavano e si incoraggiavano a vicenda a nutrirsi nell’altro mondo – laddove la morte violenta non ha potere – al pascolo del Buon Pastore, con il copioso cibo della consolazione dell’Agnello: pieni di gioia e di fiducia comprendevano che avrebbero ricevuto nei cieli a loro perenne conforto il premio della gloria eterna, di gran lunga superiore alla moltitudine delle pene che durano un solo istante.
I soldati di Cristo restavano saldi in questo legame di pietà fraterna, quando la folla scalmanata di quegli omicidi, facendo irruzione nel luogo sacro a Dio, infranse dapprima le porte del convento, come se si stesse avventando contro un nascondiglio di predoni, senza però riuscire in alcun modo ad aprirlo, poi con brutale accanimento e sfrenata avidità volse ad impossessarsi degli arredi liturgici; ma prima, spinta dal desiderio di far scorrere sangue, colpì a colpi di fucile quei frati, alcuni dei quali per umana paura erano saliti fin sul campanile della chiesa di Santa Maria della Neve, facendoli cadere giù dall’alto con un volo spaventoso. Quindi, gettandosi selvaggiamente sui corpi ancora in vita, presero a squarciare in due i moribondi, a conficcare le statue sacre nelle viscere aperte e lacerate, a troncare mani e piedi, e massacrarono cosi i quattordici frati, dei quali soltanto un quindicesimo rimase salvo per caso. Al termine della carneficina, si precipitarono verso il convento e la chiesa, dove sottoposero a sacrilego furto, come prede di uomini folli, non soltanto tutto ciò che fosse suppellettile, ma la stessa venerata custodia in argento dorato del Corpo di Cristo, profanandola come avrebbero fatto i Tartari e gettando a terra il Pane celeste. Infine, depredarono gli utensili appesi alle travi e alle pareti e finanche i chiodi conficcati nel legno.
Ma Dio, che non può essere ingannato, rivelò subito in maniera manifesta con prodigi di gloria i meriti dei suoi amici martiri. Anzitutto, conservò incorrotto il sangue lì sparso dai martiri e rappreso sulla terra, affinché per chi lo avesse visto fosse motivo di compassione e testimonianza dell’innocenza del martirio. Poi a qualche giorno dal sanguinoso eccidio si udì il coro dei martiri che dava l’impressione di salmodiare in quei luoghi l’ufficio notturno con melodia celeste e soavissima; questo poterono constatarlo non soltanto i cattolici, ma fu costretta ad ascoltarlo anche la feccia, rimasta desta, di quella corrotta plebaglia. Infine, nella profonda oscurità della notte, chi vegliava poté vedere, e non una volta soltanto, il campanile di Santa Maria della Neve interamente avvolto di luce e lo sfolgorio di singole fiamme. Rallegrati, o beata innocenza, perché sei ovunque sicura, ovunque illesa, temuta da quanti ti odiano e sempre vittoriosa, anche quando i giudici della terra possano fallire! Questi sono coloro che ti giudicano gareggiando nei cieli, dove con le loro ghirlande e corone di lode non figurano ultimi tra le schiere purpuree dei martiri: la loro candida palma risplende nel novero dei beati, mentre va spargendo sulla terra gigli di incontaminata purezza.

Responsorio – Cfr. Fil 1, 27-29

℞. Comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo: state saldi in un solo spirito e combattete unanimi per la fede del Vangelo. * Senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari.
℣. Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui. * Senza lasciarvi intimidire dagli avversari.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno, che ai beati Giovanni [Bodeo] e compagni, martiri, hai concesso di vivere nel vincolo della carità di Cristo e di morire in fedeltà alla sua Chiesa, concedi a noi, sul loro luminoso esempio, di superare ogni divisione per essere un cuor solo ed un’anima sola. Per il nostro Signore.