Beato Giovanni Fausti, presbitero, e compagni, martiri

5 novembre, Memoria facoltativa

Nacque a Brozzo il 9 ottobre 1899. Frequentò il Seminario di Brescia e, dopo la chiamata alle armi, il Pontificio Seminario Lombardo di Roma. Fu ordinato presbitero il 9 luglio 1922, entrò due anni più tardi nella Compagnia di Gesù. Missionario in Albania, insegnò Sacra Scrittura e Teologia nel seminario di Scutari. Nel 1942 fu rettore del Seminario Pontificio albanese a Scutari. Per motivi bellici lasciò la scuola e si trasferì a Tirana. Il 14 aprile 1945, in pieno regime comunista, fu nominato Vice-Provinciale dei Gesuiti in Albania e ritornò a Scutari. Arrestato il 31 dicembre 1945, fu condannato a morte il 22 febbraio 1946 e fucilato a Scutari il 4 marzo 1946. Morì gridando: «Viva Cristo Re!». È stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016.

Dal Comune dei martiri, con salmodia del giorno del salterio.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dalla Lettera pastorale «La speranza in Dio», del beato Vinçenc Prennushi, vescovo (18 gennaio 1944; Tirana, Archivio Centrale dello Stato, Diocesi di Durazzo) 

Affidati completamente alla volontà del Signore

Quando guardiamo alle nostre fragilità e alle difficoltà della vita, specialmente in questi nostri tempi, abbiamo ragione a temere lo scoraggiamento. Ma dobbiamo innalzare la nostra mente alla potenza e alla sapienza di Dio, ricordando quanto lui è pronto ad aiutarci. Allora si rinnoverà la vita dentro di noi, adempiremo bene ogni nostro dovere e non ci abbatterà nessun pensiero, per quanto cupo che sia. Così la speranza nel Signore ci guida verso le opere buone e non ci delude mai. Sicuramente non agisce bene chi si aspetta tutto dal Signore, chi non si dà da fare, chi non si impegna. Il Signore ci ha donato qualità molto preziose, sia spirituali che corporali, e vuole che queste qualità le mettiamo a frutto. Se operiamo nel modo migliore che possiamo, il Signore appoggerà il nostro operare con il suo santo aiuto, basta che lo chiediamo nella preghiera. Così potremo dire insieme a san Paolo: «Tutto posso in Colui che mi dà forza» (Fil 4, 13). San Bernardo ci insegna: «Fa’ quello che devi, e il Signore farà la sua parte». Questo non vuol dire che raggiungeremo tutto quello che vogliamo e che otterremo tutto. Non è questo che il Signore ci ha assicurato. E ciò non sarebbe nemmeno nel nostro interesse.
Siamo stati creati per il cielo e non per la terra. E finché staremo su questa terra, dobbiamo cercare e meritare l’eterna beatitudine. Ma non la raggiungeremmo se le cose andassero sempre come noi vogliamo; basti pensare a quando attraversiamo momenti di avversità, di malattia o di miserie di ogni tipo. Nel suo piano universale di salvezza, il Signore, con la sua bontà e la sua infinita sapienza, ha stabilito tutto anche per noi. Ma non ti dice il cuore che il Signore sa molto meglio di te cosa è più conveniente per la salvezza tua e di quelli della tua famiglia? Sei convinto che egli è vicino a te nei lavori che fai, nei pericoli, nella salute, nella malattia e nelle altre cose buone o cattive? Se veramente hai speranza nel Signore, allora ti convincerai che tutto è molto utile e importante per te; perciò cercherai di essere sempre contento, sottomettendoti alla volontà del Signore. Sant’Agostino scrive: «Costruisci e abbi speranza nel tuo Signore, e abbandonati completamente e comunque nelle sue mani. Allora lui non permetterà che ti succeda niente che non sia per il tuo bene, anche se tu non sempre te ne avverti». La speranza nel Signore non solo ci fa sottomettere alla sua volontà; ci porta anche a essere interiormente contenti anche nelle croci, le miserie e le sofferenze. Devi convincerti che il Signore, qualunque cosa disponga per te, lo fa solo per il tuo bene e che, attraversando la via delle sofferenze, tu possa assomigliare allo stesso Gesù Cristo e ai santi. Così, questo è il momento favorevole per ottenere meriti per l’eternità e per poterti sentire beato e contento nel tuo cuore.
Ad alcuni sembra difficile rimanere nella gioia e conservare la speranza nel Signore ogni volta che subiscono sofferenze e affrontano pericoli. E si mettono a cercare da dove, come e perché arrivano, e si stupiscono perché un Dio così buono e giusto ha permesso che fossero colpiti così. Sarebbe meglio se si mettessero a pensare che il Signore ha voluto metterli alla prova, ha voluto offrire loro stimoli e preziose occasioni per testimoniare fino a dove poteva arrivare la loro speranza nel Signore, fino a dove sarebbero stati disposti a sottomettersi alla volontà del Signore, il quale ha voluto che attraversassero il purgatorio in questa terra e raccogliessero meriti per la vita eterna. A queste persone scoraggiate consiglio di meditare la testimonianza di Tobia. Tobia in tutta la sua vita aveva servito fedelmente il Signore. E il Signore lo ha voluto mettere alla prova. Tobia ha perso la luce degli occhi. I familiari e i conoscenti non lo hanno capito questo e hanno parlato male del Signore, hanno espresso parole di disprezzo per la speranza che Tobia aveva sempre avuto in lui e perché si sottometteva umilmente alla volontà di Dio. E gli dicevano: «Dov’è andata a finire la tua speranza per la quale facevi elemosina e andavi a seppellire i morti?». Ma egli rispondeva: «Non dite così! Siamo figli di Santi e attendiamo una vita che il Signore darà a quelli che gli sono rimasti sempre fedeli».

Responsorio – Cfr. 1Pt 3,14-15

℞. Se doveste soffrire per la giustizia, beati voi! * Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
℣. Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori.
℟. Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno, che hai ricolmato del tuo Spirito di fortezza il beato Giovanni [Fausti] e compagni, martiri, perché dessero testimonianza di fedeltà a Cristo e di amore incondizionato ai fratelli, concedi anche a noi, per loro intercessione, di collaborare all’avvento del tuo regno. Per il nostro Signore.