Nato sulla fine del secolo XII e morto nel 1244. Pare oriundo della bassa Valle Camonica, ma presto trasmigrato a Bergamo. Legato a Brescia come iniziatore della presenza domenicana nella nostra città, fu in seguito inquisitore della fede e assolse importanti missioni diplomatiche. Vescovo di Brescia (1230-1244) in un periodo travagliatissimo, operò a fondo per un riordinamento amministrativo della Diocesi, ma soprattutto per la riforma morale del clero e del popolo. La morte lo colse lontano da Brescia, ma sempre proteso in questo sforzo di rinnovamento di tutte le strutture della sua Chiesa. Il suo culto fu riconosciuto nel 1868. Le sue reliquie sono venerate nel monastero Matris Domini a Bergamo.
Dal Comune dei pastori, con salmodia del giorno dal salterio.
Ufficio delle letture
Seconda lettura
Dai «Discorsi» di San Fulgenzio di Ruspe, vescovo (Disc. 1, 2-3: CCL 91 A, pp. 889-890)
L’amministratore fedele e saggio
Il Signore, volendo definire l’ufficio particolare dei servi da lui preposti al suo popolo, disse: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro» (Lc 12, 42). Chi è questo padrone, fratelli? Senza dubbio Cristo, il quale disse ai suoi discepoli: «Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perché lo sono» (cfr. Lc 6, 46). E qual è la famiglia di questo padrone? Precisamente quella che lo stesso Signore ha riscattato dal potere del nemico e ha acquisito al suo dominio. Questa famiglia è la santa Chiesa cattolica, che si diffonde per tutta la terra con meravigliosa fecondità e si gloria di essere stata redenta dal sangue prezioso del suo Signore. «Il Figlio dell’uomo», infatti, come dice egli stesso, «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20, 28). Egli è anche il buon pastore che ha dato la vita per le sue pecorelle. Pertanto il gregge del buon pastore costituisce la famiglia stessa del Redentore. Chi sia poi l’amministratore che deve essere fedele e saggio, ce lo dimostra l’apostolo Paolo, il quale parlando di sé e dei suoi compagni, dice: «Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele» (1Cor 4, 1).
Perché poi nessuno di noi pensi che solo gli apostoli siano costituiti amministratori e il servo pigro, abbandonando il dovere della milizia spirituale, possa infedelmente e insipientemente dormire, lo stesso beato Apostolo, dimostrando che anche i vescovi sono amministratori, dice: «II vescovo, come amministratore di Dio, dev’essere irreprensibile» (Tt 1, 7). Siamo dunque servi del padre di famiglia, siamo amministratori del Signore, abbiamo ricevuto la razione di cibo che dobbiamo darvi. Se poi ci domandiamo quale sia questa razione di cibo, ce la fa vedere ancora il beato apostolo Paolo quando dice: «A ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato» (Rm 12, 3). Quella che Cristo chiama razione di cibo, Paolo chiama misura di fede, perché comprendiamo che il cibo spirituale non è altro che il venerabile sacramento della fede cristiana.
Noi vi diamo nel nome del Signore questa razione di cibo ogni volta che, illuminati dal dono della grazia spirituale, vi parliamo secondo i dettami della vera fede; e voi ricevete la medesima porzione di cibo dalle mani degli amministratori del Signore, quando ogni giorno ascoltate la parola di verità dai ministri di Dio.
Responsorio – Mt 25, 20-21
℞. Servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto: * prendi parte alla gioia del tuo padrone.
℣. Signore, mi ha consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnato altri cinque,
℞. prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Orazione
O Padre, che hai dato al beato Guala uno speciale carisma per stabilire il tuo popolo nella pace e nella pietà, concedi anche a noi di essere instancabili operatori di pace, per trarne frutti di genuina vita cristiana. Per il nostro Signore.

