Beato Petronace, abate

6 maggio, Memoria facoltativa

Originario di Brescia, forse di Pedergnaga (Petroniaca), attuale San Paolo, Petronace intraprese nel 717 un pellegrinaggio per visitare la tomba di san Benedetto da Norcia e ricostruire l’abbazia di Montecassino, su esortazione di Papa Gregorio II, con i pochi eremiti che vivevano ancora lì. Petronace, spinto da ardore religioso, rimase con loro, fu eletto superiore e si dedicò a riedificare e ripopolare il monastero, facendo tornare da Roma i monaci cassinesi. Fu per questo chiamato Secondo fondatore di Montecassino.

Dal Comune dei santi.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa (Lib. 2, 36, 11-13; PL 76, pp. 1272-1274)

Nel mondo, ma non del mondo

Fratelli, vi vorrei esortare a lasciar tutto, ma non oso. Se dunque non potete lasciare tutte le cose del mondo, usate le cose di questo mondo in modo da non essere trattenuti nel mondo; in modo da possedere le cose terrene, non da esserne posseduti; in modo che quello che possedete rimanga sotto il dominio del vostro spirito e non diventi esso stesso schiavo delle sue cose, e non si faccia avvincere dall’amore delle realtà terrestri. Dunque i beni temporali siano in nostro uso, i beni eterni siano nel nostro desiderio; i beni temporali servano per il viaggio, quelli eterni siano bramati per il giorno dell’arrivo. Tutto quello che si fa in questo mondo sia considerato come marginale. Gli occhi dello spirito siano rivolti in avanti, mentre fissano con tutto interesse le cose che raggiungeremo. Siano estirpati fin dalle radici i vizi, non solo dalle nostre azioni, ma anche dai pensieri del cuore. Non ci trattengano dalla cena del Signore né i piaceri della carne, né le brame della cupidigia, né la fiamma dell’ambizione. Le stesse cose oneste che trattiamo nel mondo, tocchiamole appena, quasi di sfuggita, perché le cose terrene che ci attirano servano al nostro corpo in modo da non ostacolare assolutamente il cuore.
Non osiamo perciò, fratelli, dirvi di lasciare tutto; tuttavia, se volete, anche ritenendole tutte, le lascerete se tratterete le cose temporali in modo da tendere con tutta l’anima alle eterne. Usa infatti del mondo, ma è come se non ne usasse, colui che indirizza al servizio della sua vita anche le cose necessarie e tuttavia non permette che esse dominino il suo spirito, in modo che siano sottomesse al suo servizio e mai infrangano l’ardore dell’anima rivolta al cielo. Tutti coloro che si comportano così, hanno a disposizione ogni cosa terrena non per la cupidigia, ma per l’uso. Non vi sia niente dunque che freni il desiderio del vostro spirito, nessun diletto di nessuna cosa vi tenga avvinti a questo mondo. Se si ama il bene, la mente trovi gioia nei beni più alti, quelli celesti. Se si teme il male, si abbiano davanti allo spirito i mali eterni, perché mentre il cuore vede che là si trova ciò che più si deve amare e più si deve temere, non si attacchi assolutamente a quanto si trova di qui. Per far questo abbiamo come nostro aiuto il mediatore di Dio e degli uomini, per mezzo del quale otterremo prontamente ogni cosa, se ardiamo di vero amore per lui, che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna Dio per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Responsorio – 1Cor 7, 29.30.31; 2, 12

℞. Il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente; * passa la figura di questo mondo.
℣. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo:
℞. passa la figura di questo mondo.

Orazione

O Dio, che nella tua benevolenza hai chiamato il beato Petronace alla sequela di Cristo, per sua intercessione concedi che, rinnegando noi stessi, possiamo aderire a te con tutto il cuore. Per il nostro Signore.