Santa Maria Crocifissa Di Rosa, vergine

15 dicembre, Memoria

Nata a Brescia il 6 novembre 1813, iniziò la formazione, improntata a forti principi cristiani, nella sua nobile famiglia e la proseguì nel monastero della Visitazione. Si dedicò all’apostolato religioso-sociale tra le operaie della filanda paterna. Fece rifulgere la sua cristiana dedizione nell’assistenza ai colerosi nel 1836. Sapientemente e fermamente guidata dal sacerdote Faustino Pinzoni (arciprete della Cattedrale), diede mano, attorno al 1840, alla formazione dell’Istituto delle Ancelle della Carità che, dopo l’approvazione pontificia (l’ultima e definitiva nel 1851), ebbe rapida diffusione. Seppe armonizzare un’intensa attività apostolica con un’eccezionale vita interiore, arricchita da doni di esperienza mistica. L’Eucaristia, la Vergine Immacolata e Addolorata caratterizzarono la sua pietà. Morì il 15 dicembre 1855, fu beatificata il 26 maggio 1940 e venne canonizzata il 12 giugno 1954. Il suo corpo è venerato nella chiesa delle Ancelle della Carità a Brescia.

Dal Comune delle vergini.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dal «Discorso per la canonizzazione», di papa Pio XII (12 giugno 1954, AAS 46 [1954], pp. 358-362)

La vita spirituale e l’azione apostolica della santa

Se le forze del male non cessano, nel volger dei secoli, i loro attacchi contro l’opera del divin Redentore, Iddio non manca di rispondere alle angosciose suppliche dei suoi figli in pericolo, suscitando anime ricche di doni della natura e della grazia, che siano per i loro fratelli di conforto e di aiuto. Quando si affievolisce nella coscienza degli uomini la cognizione delle verità salutari, oscurate dagli allettamenti dei beni terreni, quando lo spirito di rivolta e di orgoglio suscita contro la Chiesa persecuzioni subdole e violente, in mezzo alle miserie, sempre presenti, delle anime e dei corpi, la divina provvidenza chiama sotto il vessillo della Croce di Cristo eroi di santità, irradianti splendori di purezza verginale e di carità fraterna, per sovvenire a tutte le necessità delle anime e mantenere nella sua integrità il fervore delle virtù cristiane.
La vita di colei che la Chiesa oggi glorifica è tutta compresa nelle parole del salmista: Angustia et tribulatio venerunt super me, mandata tuam deliciæ meæ sunt (Ps 118, 143). Vergine insigne per amore alla Croce, Maria Crocifissa di Rosa, di famiglia patrizia bresciana, canta gli splendori dello Sposo divino. Era appena piamente spirata la sua madre terrena, che, a imitazione di santa Teresa di Gesù, ella si rifugia nelle braccia della Madre celeste. Alla scuola delle Religiose della Visitazione, approfondisce sempre più la sua solida pietà, animata da un desiderio intenso di soffrire per Gesù Cristo e di esercitarsi in una incessante pratica della mortificazione e della carità. Ella rinuncia a ogni vanità, a ogni esigenza della moda, a ogni spettacolo mondano, a ogni indulgenza verso la natura, a ogni offerta di nozze terrene; si occupa delle ragazze e delle donne del popolo, sopporta pazientemente le critiche, specialmente dei libertini delusi, e si compiace di distribuire ai bisognosi i beni di cui dispone. Quando nel 1836 il colera imperversò su Brescia, ella diede libero corso alla sua eroica abnegazione nel servizio dei colerosi e attrasse anche altre sue coetanee al medesimo arduo e pericoloso ufficio. Sostenuta dalla sollecitudine del suo direttore spirituale, la nostra santa, cessato il flagello, continuò nell’ospedale femminile di Brescia a dedicarsi all’assistenza delle malate e abbandonate, e ben presto la pia collaborazione di queste anime generose si trasformò in opera stabile: le Ancelle della Carità prenderanno ormai a loro intero carico il servizio di sanità dell’ospedale di Brescia e ben presto anche altre benefiche attività.
Superato gli ostacoli che avevano attraversato l’opera nascente, la soavissima e instancabile apostola vide nelle disposizioni della Provvidenza la conferma del cielo ai suoi sforzi; ma supplicava che le croci non cessassero e le persecuzioni e le prove non le fossero risparmiate. E infatti, pur manifestando nella sua azione di fondatrice le più belle qualità di intelligenza e di volere, ella soffrirà con grande coraggio i dolori fisici e soprattutto le angosce dell’anima, le tenebre indicibili con le quali lo scatenato spirito del male si sforza, ma invano, di far presa su di lei. Una ardente preghiera sgorgava allora dalle sue labbra: «Gesù mio! Tu solo mi basti. La mia vita sia crocifissa con te!». In tal guisa, dalla profondità di una vita spirituale tutta conforme alla Croce, scaturì un’opera originale e completa, che abbraccia tutte le forme di ospitalità e di assistenza e prospera in eminenti frutti di carità e di virtù. Tali sono, appena adombrate, le eroiche azioni di colei che lo Spirito Santo ha plasmato per la continuazione dell’opera di Cristo. Si degni santa Maria Crocifissa di ottenere a tutti coloro che esultano per la sua gloria, la grazia di seguire le sue orme e di bruciare come lei di amore per Gesù.

Responsorio

℞. Contempliamo la tua bellezza, vergine di Cristo: * hai ricevuto dal Signore una splendida corona.
℣. Hai preso la tua croce, o santa Maria Crocifissa, hai imitato Cristo tuo sposo.
℟. Hai ricevuto dal Signore una splendida corona.

Lodi mattutine

Ant. al Ben. Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo,
per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.

Orazione

O Dio, che con l’opera di santa Maria Crocifissa [di Rosa] hai fatto risplendere nella tua Chiesa il servizio dei poveri e dei sofferenti, fa’ che, sul suo esempio, dedichiamo la nostra vita a servizio del prossimo, per essere da te benedetti nel regno dei cieli. Per il nostro Signore.

Vespri

Ant. al Magn. La carità tutto copre,
tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

Orazione come alle Lodi mattutine.