Santa Teresa Eustochio Verzeri, vergine

27 ottobre, Memoria

Nacque a Bergamo il 31 luglio 1801. Ancora giovane cercò la vita religiosa, prima quella claustrale, poi quella apostolica, su consiglio del padre spirituale. Sotto la sua guida diede inizio a un Istituto religioso, che intitolò “del Sacro Cuore di Gesù” e lo dotò di sante direttive, perché permanesse nella perfetta carità. Visse una vita da donna forte, piena di opere di carità e caratterizzata da profonda spiritualità. Promosse la vitalità e la diffusione del proprio Istituto, che diresse fino alla morte. Morì a Brescia il 3 marzo 1852. È stata beatificata il 27 ottobre 1946 e canonizzata il 10 giugno 2001. Il suo corpo è venerato nell’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore a Bergamo.

Dal Comune delle vergini, con salmodia del giorno dal salterio.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dagli «Scritti» di santa Teresa Eustochio Verzeri, vergine (Lettera 58 del 9 dicembre 1841, in D. Barsotti, Magistero di Santi, Roma, 1971, pp. 111-113)

La conoscenza di Dio nella fede è grande ma oscura

Io non ho concetto o sentimento preciso di Dio, ma una certa cognizione dell’impotenza nostra a conoscere Dio, con un’idea di Dio così astratta, oscura, impercettibile, che per nessun modo so esprimere; e questo mi fa respingere qualunque idea si dà di Dio precisa e formale. Quanto dico di Dio, provo pure riguardo alle cose di Dio: io non posso vedere né il bene, né il male con quella facilità che altri li vedono, ma resto sospesa nel mio giudizio, dicendo in cuor mio: chi sa come sarà dinanzi a Dio! In tutto ciò che vedo e conosco, non so vedere veramente Dio, ma una piccolissima emanazione delle perfezioni di lui adattate alla pochezza nostra; e, sentendo dire che, allorché si vedrà Dio, sarà tutt’altra cosa di ciò che si immagina, io dico in me stessa: per me non accadrà così, perché non so concepire Dio in modo alcuno, e il giorno che lo vedrò mi giungerà tutto nuovo, come me lo aspetto.
Da una tale impossibilità di formarmi un’idea di Dio mi viene la difficoltà che provo ad adattarmi al modo comune con cui si considera Dio e si parla delle cose di Dio. Non penso che in altri ci sia mancanza di luce (se non in certi casi, nei quali mi pare si possa parlare assolutamente di mancanza di ragione), ma mi sembra che si sforzino di esprimere quanto esprimere non si può. Oppure può darsi che, avendo essi più vivi che non io i sentimenti di fede e di religione, riesca loro più facile camminare in semplicità e conformemente esprimersi. E sentendomi dire da qualcuno che Dio mi dà di se stesso una cognizione non ordinaria, e che all’ordinaria non so adattarmi perché più imperfetta, sembra che ciò mi soddisfi e nel mio intimo mi consolo, ma non so persuadermene, sicché talvolta rimango nel timore di aver ingannato e di essermi ingannata. Per metodo non faccio confronti né riflessioni, ma procuro di confortarmi secondo che mi prescrive l’obbedienza. Il modo d’esprimersi della Scrittura santa mi soddisfa assai e mi conferma nel mio sentimento; vi trovo una certa corrispondenza con quello che sento in me, che mi appaga lo spirito e mi contenta l’anima desiderosa di verità.
Sebbene però legga con gusto e soddisfazione, riconosco di non capire niente e come prima rimango all’oscuro circa l’Essere di Dio, i Misteri della vita di Gesù Cristo, tuttavia stimo e venero più sentitamente quanto non so conoscere, proprio perché non lo so conoscere; e mi si raddoppia l’impegno e la lena di conoscere, amare e servire un Dio all’uomo impercettibile, perché infinitamente superiore.
Quest’idea oscura ma grande che ho di Dio, mentre non ne ho nessuna, penso sia la causa di avvilire agli occhi miei tutto ciò che di bello e di buono è ammirato dagli altri. In Roma mi facevano osservare cose belle e magnifiche; eppure io le giudicavo di poco conto e mi stupivo di vederle così stimate, come se non ve ne fossero di migliori. E dicevo tra me, quando avevo l’animo sollevato: Oh qual confronto con il Paradiso. Se poi mi trovavo con l’animo depresso, restavo stupita e bramosa di un altro bello migliore; e se qualche piacere provavo, era tutto esteriore.

Responsorio – 1Cor 7, 29.30.31; 2, 12

℞. II tempo si è fatto breve; d’ora innanzi quelli che gioiscono come se non gioissero; quelli che usano i ben del mondo, come se non li usassero pienamente: * passa infatti la figura di questo mondo.
℣. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo;
℞. passa infatti la figura di questo mondo.

Lodi mattutine

Ant. al Ben. Hai partecipato alle sofferenze di Cristo, hai preparato la tua lampada;
all’arrivo del Signore sei entrata con lui alle nozze.

Orazione

O Dio, che alla santa vergine Teresa Eustochio [Verzeri], hai fatto attingere dal cuore del tuo Figlio lo spirito di amore lungo il cammino della fede e dell’obbedienza al tuo volere, per i suoi meriti e la sua intercessione, donaci di ricercare sempre la perfezione della carità. Per il nostro Signore.

Vespri

Ant. al Magn. Hai dato il tuo cuore a Cristo, vergine sapiente:
ora vivi con lui, splendente come il sole nell’assemblea dei santi.

Orazione come alle Lodi mattutine.