Sant’Apollonio, vescovo

7 luglio, Memoria facoltativa

Il vescovo Apollonio compare nella Passio dei Ss. Faustino e Giovita nel ruolo classico del vescovo contemporaneo dei martiri. Secondo la Vita Sancti Apollonii, scritta dopo il 1025, venne sepolto nella chiesa di S. Apollonio a est della città nei pressi della via romana Milano-Aquileia. Nel sec. X, per iniziativa del vescovo Goffredo, la testa e il braccio destro del santo furono portati a Canossa, mentre il 6 ottobre 1025 il vescovo Landolfo II, per evitare ulteriori sottrazioni, fece trasferire le reliquie nella cattedrale. Attualmente tali reliquie si conservano nell’arca marmorea di S. Apollonio in Duomo nuovo, dove furono deposte il 3 giugno 1674. Fino al 1485, insieme a S. Filastrio, S. Apollonio fu considerato patrono principale della Chiesa bresciana, mentre in seguito vennero sostituiti dai due martiri Faustino e Giovita. Il fervore devozionale nei confronti di S. Apollonio è attestato da numerose sue raffigurazioni pittoriche e scultoree, dalla dedicazione in suo onore di molti altari e varie chiese, più che a qualunque altro santo vescovo bresciano.

Dal Comune dei pastori, con salmodia del giorno dal salterio.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo (Disc. 46, 1-2; CCL 41, pp. 529-530)

Pastori siamo, ma prima cristiani

Ogni nostra speranza è posta in Cristo. È lui tutta la nostra salvezza e la vera gloria. È una verità, questa, ovvia e familiare a voi che vi trovate nel gregge di colui che porge ascolto alla voce di Israele e lo pasce. Ma poiché vi sono dei pastori che bramano sentirsi chiamare pastori, ma non vogliono compiere i doveri dei pastori, esaminiamo che cosa venga detto loro dal profeta. Voi ascoltatelo con attenzione, noi lo sentiremo con timore.
«Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell’uomo, profetizza contro i pastori di Israele predici e riferisci ai pastori d’Israele» (Ez 34, 1-2). Abbiamo ascoltato or ora la lettura di questo brano, quindi abbiamo deciso di discorrerne un poco con voi. Dio stesso ci aiuterà a dire cose vere, anche se non diciamo cose nostre. Se dicessimo infatti cose nostre saremmo pastori che pascono se stessi, non il gregge; se invece diciamo cose che vengono da lui, egli stesso vi pascerà, servendosi di chiunque.
«Dice il Signore Dio: Guai ai pastori di Israele che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge?» (Ez 34, 2), cioè i pastori non devono pascere se stessi, ma il gregge. Questo è il primo capo di accusa contro tali pastori: essi pascono se stessi e non il gregge. Chi sono coloro che pascono se stessi? Quelli di cui l’Apostolo dice: «Tutti infatti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo» (Fil 2, 21).
Ora noi che il Signore, per bontà sua e non per nostro merito, ha posto in questo ufficio – di cui dobbiamo rendere conto, e che conto! – dobbiamo distinguere molto bene due cose: la prima cioè che siamo cristiani, la seconda che siamo posti a capo. Il fatto di essere cristiani riguarda noi stessi; l’essere posti a capo invece riguarda voi.
Per il fatto di essere cristiani dobbiamo badare alla nostra utilità, in quanto siamo messi a capo dobbiamo preoccuparci della vostra salvezza.
Forse molti semplici cristiani giungono a Dio percorrendo una via più facile della nostra e camminando tanto più speditamente, quanto minore è il peso di responsabilità che portano sulle spalle. Noi invece dovremo rendere conto a Dio prima di tutto della nostra vita, come cristiani, ma poi dovremo rispondere in modo particolare dell’esercizio del nostro ministero, come pastori.

Responsorio

℞. Li hai posti come sentinelle, * vegliano sulla tua Chiesa. Li hai posti come sentinelle, vegliano sulla tua Chiesa.
℣. Giorno e notte annunziano il tuo nome, vegliano sulla tua Chiesa. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
℞. Li hai posti come sentinelle, vegliano sulla tua Chiesa.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno, che hai chiamato il santo vescovo Apollonio a presiedere il tuo popolo, per la sua intercessione dona a noi la grazia della tua misericordia. Per il nostro Signore.