Di origine non bresciana, san Filastrio era considerato fondatore della Chiesa bresciana già in un panegirico del suo successore san Gaudenzio. Ancora presbitero, san Filastrio era stato chiamato ad assistere i cattolici milanesi durante l’episcopato ariano di Aussenzio. Trasferitosi a Roma, compose un trattato contro le eresie; quindi, prima del 381, divenne vescovo di Brescia e morì dopo il 387. Settimo vescovo di Brescia e successore immediato di san Filastrio, di cui si proclamava filius e di cui era forse stato discepolo, san Gaudenzio venne eletto vescovo mentre si trovava in Oriente e venne consacrato da sant’Ambrogio. Nel 406 san Gaudenzio è inviato in Oriente per tentare, inutilmente, di evitare la seconda condanna di san Giovanni Crisostomo. Resse la diocesi bresciana per almeno quattordici anni, dato che ricordava di aver commemorato quattordici volte il predecessore. Autore di un Corpus di discorsi, per le sue relazioni interecclesiali e per la notorietà dei suoi scritti san Gaudenzio rivestì il ruolo di personalità eminente nella Chiesa del tempo.
Le reliquie di san Filastrio sono venerate in Cattedrale, dove si conserva anche il suo “pastorale”. Le reliquie di san Gaudenzio sono venerate nella parrocchiale di S. Giovanni Evangelista, a Brescia, e nella parrocchiale di Mompiano.
Dal Comune dei Pastori.
Ufficio delle letture
Prima lettura
Dalla prima lettera ai Tessalonicesi di san Paolo, apostolo (2, 1-13.19-20)
Voi ricordate la nostra fatica
Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. Ma, dopo aver sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.
Infatti chi, se non proprio voi, è la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui vantarci davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia!
Responsorio – 2Tm 4, 7.8; 1, 12
℞. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede: * ora mi resta soltanto la corona di giustizia.
℣. So in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato:
℟. ora mi resta soltanto la corona di giustizia.
Seconda lettura
Dal «Discorso» di san Gaudenzio sulla vita esemplare del suo predecessore san Filastrio (Sulla vita e la morte del beato Filastrio, suo predecessore, in San Gaudenzio di Brescia, Discorsi, Roma 1991, 481-482)
Figlio dei patriarchi: compagno nella fede e imitatore nella vita
Oggi, carissimi, ricordandoci delle promesse di Cristo, noi rendiamo il dovuto omaggio al beato Filastrio, come a una persona realmente viva. Egli infatti è figlio dei patriarchi, perché di essi è compagno nella fede e imitatore della vita. Davvero gli esempi della sua fede e della sua condotta rivelano in lui un autentico figlio del grandissimo Abramo. Lo stesso Filastrio, infatti, credendo a Dio con fede assoluta e totale, uscì dal suo paese, dalla sua parentela e dalla casa di suo padre, per seguire continuamente la parola di Dio, libero da ogni condizionamento terreno. Ed è per questo che egli meritò di conseguire ben presto ciò che intendeva seguire senza indugi. Seppe infatti coltivare una singolare morigeratezza e, attraverso l’assidua frequentazione del testo sacro, attinse con brama la sapienza divina, riponendo la sua vera ricchezza nel Cristo, in cui si trovano celati tutti quanti i tesori della sapienza celeste. Dopo aver saziato di essi le profondità del suo desiderio (imbevuto com’era di celesti desideri), una volta creato da parte del suo presbiterio dispensatore della parola di Dio, non volle minimamente trascurare la grazia divina. E così raggiungendo quasi ogni parte del mondo romano, annunciò la parola di Dio, come perfetto imitatore dell’apostolo Paolo. Infine, dopo tutti quei giri alla ricerca di anime da salvare, lo accolse degnamente Brescia, a quel tempo ancora selvatica, ma bramosa di dottrina, ancora priva certamente di scienza spirituale, ma lodevole per la sete di apprenderla.
Da buon agricoltore evangelico, egli estirpò con tenacia, fin dalle radici più profonde, la fitta boscaglia dei più diversi errori e, chinandosi con alacrità sull’aratro della dottrina, rivoltò con tutte le sue energie l’inerte terreno e – solco dietro solco – mutò le più squallide zolle in rigogliosi maggesi, spargendo abbondantemente nel loro grembo il seme dei precetti vitali.
Fin qui abbiamo delineato brevemente lo slancio della fede di Filastrio e l’imponenza del suo ministero pastorale. Vogliamo adesso ricordare, o carissimi, come l’ardore fiammante del suo animo seppe altresì manifestare una straordinaria mitezza nella sua esemplare attività, cosicché in lui l’elevatezza mirabile del suo sapere fu pure sublime per umiltà e la somma conoscenza delle realtà celesti fu completamente digiuna di quelle terrene. Era infatti alieno da ogni vana gloria mondana e ardente promotore dell’onore divino, ricercando non il proprio interesse, ma quello di Gesù Cristo. Calpestando le amicizie e i favori mondani, era sempre intento al servizio di Dio e impegnato nel dialogo con tutti. Era a un tempo rapidissimo nei momenti di sdegno, aperto alla compromissione, capace di vincere con la pazienza e di trionfare con la sua carica umana: severo nel correggere, affabile nel condonare, liberissimo nell’agire: disponibile a tutti con ammirevole bontà, senza preclusione di età, di condizione e di sesso, ma semmai più propenso verso tutte le persone più umili.
Egli stesso vestiva dimessamente, ma con estrema pulizia: accettevole senza ricercatezza, schivo senza alterigia, tale insomma da evidenziare la purezza dell’animo anche senza che lui stesso ne fosse preoccupato. Abbiamo così accennato per sommi capi alle virtù di questo uomo di Dio. Onoriamo pertanto col dovuto omaggio il ricordo di un sacerdote così degno, perché anche con la sua intercessione possiamo ottenere più facilmente tutti quei beni che domandiamo alla misericordia del Signore.
Responsorio – 1Ts 2, 8; Gal 4, 19
℞. Così affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita: * perché ci siete diventati cari.
℣. Per voi soffro le doglie del parto, finché non sia formato Cristo in voi,
℞. perché ci siete diventati cari.
Inno
Te Deum
Orazione come alle Lodi mattutine.
Lodi mattutine
Ant. al Ben. Filastrio e Gaudenzio, maestri di sapienza,
hanno sparso con abbondanza il seme della verità che illumina e dona vita.
Orazione
O Dio, pastore e guida dei credenti, che hai chiamato i santi Filastrio e Gaudenzio a illuminare la Chiesa bresciana con la parola e a formarla con la testimonianza della vita, fa’ che custodiamo la fede che ci hanno insegnato e seguiamo la via che hanno tracciato con l’esempio. Per il nostro Signore.
Ora media
Antifone e salmi del giorno dal salterio, lettura breve dal Comune dei pastori, orazione come alle Lodi mattutine.
Vespri
Ant. al Magn. Filastrio e Gaudenzio, servi buoni e fedeli,
avete custodito con amore il gregge a voi affidato;
ora ricevete la ricompensa dall’eterno Padre
che avete servito nei fratelli.

