Un sentimento di sincera gioia e di profonda gratitudine ci anima in questo momento, in questo giorno, in questa celebrazione: gioia per il riconoscimento del culto a Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa, da tempo qui coltivato a partire dalla singolare esperienza spirituale di Pierina Gilli; gratitudine nei confronti di Papa Francesco, da cui questo riconoscimento proviene, e del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Card. Victor Manuel Fernandez, tramite il quale questa solenne approvazione ci è giunta. Un’autorità più alta non era possibile immaginare.
Nella lettera che il Prefetto del Dicastero mi ha gentilmente inviato, è stato espresso un giudizio nei confronti delle parole di Pierina Gilli che ho piacere di ricordare e che è per noi motivo di conforto e di pacificazione. Vi si legge: «Non troviamo nei suoi scritti atteggiamenti di vanagloria, di autosufficienza o di vanità, ma la consapevolezza di essere stata gratuitamente benedetta dalla vicinanza della Bella Signora, la Mistica Rosa». Quanto al culto da anni praticano in questo santuario, si afferma che esso va considerato un dono fatto a tutti i credenti che liberamente lo accoglieranno, perché in grado di offrire, attraverso una singolare venerazione della Beata Vergine Maria, un beneficio prezioso per la conoscenza del mistero di Cristo.
Vorrei in questa significativa occasione esplicitare, sulla base di quanto lo stesso Prefetto del Dicastero ha messo in luce nella lettera che gentilmente ha voluto inviarmi, i quattro tratti costitutivi della spiritualità soggiacente al culto di Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa.
Il primo di questi è la bellezza come caratteristica singolare della Beata Vergine Maria, una bellezza che è riflesso della grazia di Dio. La Piena di Grazia è anche la Rosa Mistica, il fiore più bello sbocciato nel giardino dell’umanità, la benedetta fra tutte le donne. È in lei che si compie la parola del Salmo: «Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo Padre; al re piacerà la tua bellezza, egli è il tuo Signore, prostrati a lui» (Sal 45,11). È lei la tota pulchra, che risplende di gloria e conferisce alla natura umana la sua forma più alta e più nobile. Di lei il Sommo Poeta dice: «In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate». Così parla di lei Pierina Gilli nei suoi scritti: «Un vivo chiarore si presentò ai miei occhi. Mi apparve in quel momento una grande scala tutta bianca. I lati erano ornati di rose bianche, rosse e gialle. Alla sommità della scala, in mezzo a un giardino, trapuntata di fittissime rose, in una nicchia sempre di rose e degli stessi colori, con i piedi appoggiati al tappeto bianco vestita, con le mani giunte, splendente stava la Madonna Rosa Mistica». Bellezza umile e radiosa, umanità trasfigurata in Dio, primizia della nostra redenzione. Una bellezza, quella della Beata Vergine Maria che è inseparabile dalla bontà. Scrive sempre Pierina: «In questo mio povero scritto vorrei avere parole adatte e precise per saper descrivere Maria in tutta la sua realtà, in tutta la sua bellezza di Paradiso di cui è rivestita … Una bellezza che manifestò tanta bontà e amore … La sua bellezza è così pura, così elevata che fa godere di un possesso di tanta gioia». Infine, una bellezza che orienta totalmente a Gesù, il Signore della gloria e Salvatore del mondo, secondo il principio che chiarisce il Concilio Vaticano II: «Quando è onorata la Madre, il Figlio sia debitamente conosciuto, amato, glorificato» (Lumen Gentium, 66). Della bellezza che viene da Dio, limpida e splendente, ha particolarmente bisogno il mondo di oggi, esposto al rischio di una drammatica perdita di umanità. Maria, Rosa Mistica, rivolge a tutti il suo sguardo amorevole; di ognuno difende la dignità e la nobiltà.
In questo luogo santo la Beata Vergine Maria è anche onorata come Madre della Chiesa. È questo un secondo aspetto della spiritualità che soggiace al culto qui proposto. Nella lettera a me inviata, il Cardinale Fernandez osserva: «Questo secondo nome della Beata Vergine Maria impedisce a questa devozione di chiudersi in un’esperienza individualistica ed esorta tutti i credenti a sviluppare l’aspetto comunitario del messaggio del Vangelo, a camminare come fratelli e sorelle nel popolo di Dio che serve, evangelizza, intercede e compie il suo pellegrinaggio fraterno nel mondo». La Madre del Signore Gesù diventa la madre dei suoi discepoli e fratelli. Si compie così la parola che Gesù stesso aveva pronunciato dalla croce, vedendo lì presenti la madre e il discepolo amato. A lei dice: «Ecco tuo figlio!». E al discepolo: «Ecco tua madre!» (Gv 19,26-27). Da quel momento egli la prese con sé e lo fece a nome di tutti noi. Di quanti formano la Chiesa di Cristo in ogni tempo e in ogni luogo ella è la madre, nell’ordine della grazia. È quanto ha autorevolmente confermato il Concilio Vaticano II, là dove afferma: «Maria ha cooperato in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo è stata per noi la Madre nell’ordine della grazia» (Lumen Gentium, 61).
Un terzo tratto distintivo della devozione a Maria Rosa mistica, alla luce degli scritti di Pierina Gilli, è – come dico nel Decreto che ho emanato – «la costante preghiera di intercessione per i sacerdoti e i consacrati, per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, per le situazioni difficili o di fatica che spesso tali anime si trovano a vivere nell’esercizio del loro ministero». Siamo invitati a chiedere qui, tramite l’intercessione della Beata Vergine Maria, l’aiuto costante della grazia di Cristo, affinché le persone consacrate siano testimoni luminosi della sua carità. In particolare i sacerdoti, siano integri e retti, non siano travolti dalla tentazione nelle sue varie forme, siano solerti e generosi nel loro ministero, siano pastori secondo il cuore di Cristo.
Infine, appare significativo riconoscere – come dico sempre nel Decreto pubblicato – che il culto dei fedeli alla Vergine santa in questo luogo di Montichiari denominato Le Fontanelle, «è stato condotto, a partire dal 2012, a riconoscere maggiormente anche l’aspetto battesimale della vita cristiana, valorizzando in particolare la presenza dell’acqua e della vasca». Anche questo ci appare come un segno provvidenziale, che ci giunge dalla spiritualità che soggiace al culto di Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa. Una spiritualità che riscopra la centralità del Battesimo per la vita cristiana, nella sua duplice valenza della conversione e della santificazione, appare oggi assai preziosa. È in piena sintonia con le esigenze di una Chiesa in uscita, decisamente protesa verso l’annuncio del Vangelo a beneficio del mondo e chiamata anzitutto a dare testimonianza di una vita trasfigurata dall’amore.
Questo luogo santo, che solo pochi anni fa è stato riconosciuto come santuario diocesano, vede convergere su di sé già da anni gli sguardi di molti uomini e donne appartenenti alle diverse regioni del mondo. La lettera del Dicastero rimarca con particolare intensità come il culto a Maria Rosa Mistica sia da tempo diffuso nei diversi continenti. Già si sperimenta qui la gioia di accogliere pellegrini di provenienze diverse. Il nostro auspicio, che si fa impegno, è quello di rendere una tale accoglienza sempre più appropriata, affinché l’esperienza spirituale vissuta qui sia il più possibile fruttuosa.
Come vescovo della Diocesi di Brescia, nel cui territorio sorge questo santuario, vorrei esprimere in tutta sincerità il desiderio che oggi più che mai sento vivo e che intendo affidare alla Beata Vergine Maria qui venerata. Avrei piacere che questo sia un anzitutto un luogo di preghiera, di silenzio, di comunione con Dio, di ascolto della sua Parola, di contemplazione; sia uno scorcio di cielo sulla terra. Sia, inoltre, un luogo di intercessione, dove si invochi la Santa Vergine per la pace nel mondo, per la giustizia tra i popoli, per la santità della Chiesa, in particolare per i consacrati. Ancora, sia un luogo di conversione, dove si incontra la misericordia di Dio, il suo perdono, la sua redenzione, e si prova la gioia di essere sempre accolti e riconosciuti nella propria dignità. Infine, sia un luogo di consolazione, dove si trova la pace del cuore, la forza di superare le prove, il balsamo per curare le ferite, la luce per guardare con verità alla propria vita.
Ci aiuti la Madre di Dio che qui veneriamo come Rosa mistica e Madre della Chiesa a fare di questo luogo una piccola oasi di fede, di preghiera e di pace, perché tutti coloro che vi giungeranno possano, nel segreto del proprio cuore, incontrarsi con Dio, che è bellezza e bontà senza fine. Lei, la Mistica Rosa, che di questa bellezza e bontà è, nel mistero di Cristo, primizia e irradiazione, ci illumini e ci accompagni. Grazie a lei, la benedizione del Signore rimanga sempre su di noi. Amen.
+ Pierantonio Tremolada
