Visita Giubilare Zona 8

Duomo di Chiari | Mercoledì 22 gennaio 2025

«Sarete pescatori di uomini»

Chiamati ad essere la Chiesa del Signore

Lc 5,1-11

Siamo la Chiesa del Signore e vogliamo essere tessitori di speranza. Iniziamo oggi qui il nostro cammino sinodale e questa è la mia prima visita giubilare nelle zone della nostra diocesi. Vogliamo prenderci un tempo discernimento e leggere con verità la nostra esperienza di Chiesa, nelle nostre parrocchie e unità pastorali, nelle nostre zone pastorali. Desideriamo corrispondere alle attese del Signore ed essere oggi la Chiesa che lui vuole, per il bene del mondo. Per questo ci interroghiamo su ciò che stiamo vivendo. Sarà anche l’occasione per metterci in ascolto della Parola di Dio e lasciarci istruire su ciò che la Chiesa deve essere secondo le intenzioni del Signore.

In queste celebrazioni giubilari ci faremo guidare nella nostra meditazione dal Vangelo secondo Luca e dal Libro degli Atti degli Apostoli. Sappiamo che i due libri hanno lo stesso autore e questo ci permetterà di guardare alla Chiesa nel suo arco d’insieme, ripercorrendo il cammino della sua costituzione. La Chiesa ha una storia. Misteriosamente unita al suo Signore, ha preso vita da lui e continua a vivere nella potenza del suo amore. Essa ha avuto un inizio, un suo momento sorgivo. Di questo parla appunto il brano del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato.

Tutto comincia con la chiamata dei primi discepoli da parte di Gesù. L’evangelista Luca si sofferma in particolare sull’esperienza vissuta da Simon Pietro, colui che sarà poi la roccia sulla quale Gesù fonderà la sua Chiesa. La vocazione di Simone viene a coincidere con quella della Chiesa. L’una e l’altra avvengono per esclusiva volontà del Signore. È questa la prima verità che dobbiamo fissare quando pensiamo alla Chiesa. Essa non esiste da sé e per sé: esiste per grazia e per compiere una missione.

Proviamo dunque a rivivere, per quanto è possibile, l’esperienza di Simon Pietro, così come ci viene descritta in questo brano del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato. Scopriremo che cosa sta alle origini della Chiesa e quali sono da subito le sue caratteristiche.

Il racconto di Luca ci rinvia agli inizi della vita pubblica di Gesù. Egli ha ricevuto il battesimo di Giovanni nella zona desertica del Giordano ed è tornato in Galilea per dare avvio alla sua missione. È già stato a Nazareth, suo paese natale, e poi a Cafarnao, la città che si trova sulle rive del lago di Galilea. La sua fama si è diffusa velocemente per tutta la regione. Egli non insegna più soltanto nelle sinagoghe, ma anche all’aperto. Molta gente lo cerca per ascoltare la sua parola e per vedere i gesti prodigiosi che compie, in particolare sui malati.

Un giorno, mentre sta camminando lungo la riva del lago e tanta gente gli fa ressa intorno, egli vede due barche accostate alla riva. I pescatori erano da poco tornati dalla pesca e stavano pulendo le reti. Una di queste barche è di Simone. Gesù lo aveva già incontrato a Cafarnao, la città dove Simone abitava con la famiglia. Era infatti entrato nella sua casa dopo che aveva parlato nella sinagoga in giorno di sabato, suscitando grande stupore per la sua parola autorevole e potente. Non sappiamo bene come mai Gesù avesse deciso di entrare in casa di Simone: forse lui stesso lo aveva invitato a far visita a sua suocera, che era a letto febbricitante. Entrato nella casa, Gesù l’aveva guarita, prendendola semplicemente per la mano e facendola alzare. Si può immaginare lo stupore di Simone e degli altri di fronte a questo gesto: stupore e gratitudine. Un forte legame di stima e di ammirazione si era stabilito da quel momento tra Simone e il maestro di Nazareth.

Qualche giorno dopo, dunque, Gesù lo rivede al mattino a fianco della sua barca, mentre pulisce le reti. Sale sulla barca e gli chiede di staccarsi dalla riva. Si capisce perché. La gente è tanta e gli fa ressa intorno. Staccarsi dalla riva su una barca gli avrebbe permesso di non essere sopraffatto e di farsi ascoltare da tutti. Le sponde del lago in quel luogo avevano una singolare forma ad anfiteatro e permettevano alla folla di disporsi comodamente. Questa, tuttavia, non è l’unica ragione per cui Gesù fa a Simone questa richiesta. Si capirà meglio più avanti che egli ha anche un’altra intenzione: sta infatti pensando a Simone e ai suoi compagni – il fratello Andrea e i figli di Zebedeo, Giovanni e Giacomo, pescatori come lui – come a coloro che costituiranno il primo gruppo dei suoi discepoli, cioè il primo nucleo della sua Chiesa.

È importante notare da subito che sullo sfondo di questo episodio che vedrà protagonisti Simone e gli altri, sta la grande folla. Gesù è ormai profondamente affezionato a questa moltitudine che viene a lui da ogni parte. Dal suo punto di vista, la chiamata dei primi discepoli avviene per il bene delle folle. La vocazione dei discepoli di Gesù viene così a coincidere con una missione. Non saranno un gruppo chiuso, ma degli apostoli, inviati nel suo nome alla moltitudine delle genti.

Dalla barca di Simone, dunque, Gesù parla alle folle. Il suo insegnamento è pieno di autorità e tocca il cuore. Simone è fiero di aver accolto il maestro sulla sua barca.

Concluso il suo insegnamento, Gesù si rivolge direttamente a lui, lo invita a prendere il largo e a gettare le reti per la pesca. La richiesta è perlomeno curiosa. La pesca sul lago di Galilea avviene di notte e non al mattino e quella notte Simone e gli altri non hanno preso nulla. Non c’è molto da sperare. Prendere del pesce in questo modo appare del tutto illogico. Tuttavia Simone risponde: “Maestro, abbiamo pescato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò la rete”. È un chiaro atto di fiducia.

Gettate le reti, la pesca che si ottiene è impressionante. Le barche vengono riempite fino quasi ad affondare. Simone è sconvolto e con lui tutti gli altri. Aveva già intuito che in Gesù operava una forza di bene e proprio per questo gli si era affezionato. Quanto accaduto a sua suocera già si spiegava a fatica. Ma ora si era manifestata una potenza che oltrepassava ogni immaginazione. Alla fierezza di avere Gesù sulla propria barca ora subentra in Simone un senso di timore e di indegnità. Cade ai piedi di colui che non chiama più maestro ma Signore e lo supplica di allontanarsi da lui: “Io sono un peccatore – gli dice”. È un’esperienza fortissima, che solo l’evangelista Luca racconta.

Gesù gli risponde con una amorevole rassicurazione e con una frase misteriosa: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Rincuorato ma pur sempre frastornato, Simone si sarà chiesto: “Che cosa significa che sarò pescatore di uomini?”. È quanto ci chiediamo anche noi. Si intuisce che si tratta insieme di una promessa e di un compito. Per capire il senso di queste parole occorrerà del tempo. Si dovrà attendere il racconto del Libro degli Atti degli Apostoli, dove si descriverà l’opera di Pietro e il suo ruolo all’interno della Chiesa del Signore.

Noi possiamo tuttavia, alla luce di quanto è accaduto successivamente, comprendere il pensiero di Gesù in quel momento. È come se dicesse a Simone: “La potenza che ha riempito di pesci queste reti, tu la vedrai all’opera tra gli uomini. Tu li riunirai nel mio nome, come dentro una rete. Questa rete è la mia Chiesa. A differenza di quanto accade per pesci, tuttavia, quanti saranno riuniti da te non moriranno, ma faranno l’esperienza di una vita totalmente nuova”.

Così prende avvio per Simone e per gli altri una missione e prima ancora un’esperienza nuova. Lasceranno le reti di pescatori per dare vita alla Chiesa del Signore.

A chi come loro ne farà parte, non sarà chiesto di essere perfetti, ma semplicemente di non temere, di avere fiducia nella potenza del Cristo Signore, di mettere nelle sue mani la propria debolezza e anche la propria indegnità, di seguirlo con coraggio.

Quanto alla missione che si riceve, sarà la stessa di Gesù. Stando al racconto di Luca, il Signore aveva già descritto questa sua missione nella sinagoga di Nazareth, quando, citando le parole del profeta Isaia e attribuendole a sé, aveva dichiarato “Lo Spirito del Signore è su di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione. Mi ha mandato portare ai poveri un lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”.

Il Messia di Dio è dunque colui che annuncerà l’anno di grazia del Signore, che cioè svelerà al mondo il volto misericordioso di Dio, la sua benevolenza per l’intera umanità, la sua cura per i poveri e gli infelici, il suo desiderio di riscatto per tutti. Questa è dunque la missione del Cristo e questa sarà la missione della sua Chiesa.

Così emergono dalla prima chiamata dei discepoli le caratteristiche proprie della Chiesa del Signore.

Il suo primo nucleo si costituisce sotto il segno della potenza di Dio che salva, della sua grande benevolenza, della missione a favore di tutte le genti, della fede che illumina la vita.

Grazia, salvezza, misericordia, fede e missione, sono le parole che qualificano la realtà della Chiesa sin dai suoi inizi.

L’esperienza dei primi discepoli è l’esperienza dei discepoli di ogni tempo, e dunque anche la nostra, di noi che siamo chiamati ad essere oggi la Chiesa del Signore e a presentarci umilmente come coraggiosi tessitori di speranza.

+ Pierantonio Tremolada