Nato a Brescia nel 1414, morì a Genova nel 1496. Di nobile famiglia, entrò presto nel convento cittadino di San Domenico e servì l’Ordine dei Frati Predicatori in posizione di responsabilità. Promosse la riforma dell’Osservanza secondo lo spirito di rinnovamento di Santa Caterina da Siena e del Beato Raimondo da Capua. Fu amico e confessore del Savonarola e, negli ultimi anni, di Santa Caterina da Genova Il suo culto venne approvato il 15 aprile 1760. Il suo corpo è venerato nella Chiesa di S. Maria di Castello a Genova.
Dal Comune dei santi, con salmodia del giorno dal salterio.
Ufficio delle letture
SECONDA LETTURA
Dal Decreto Presbyterorum Ordinis del Concilio Ecumenico Vaticano II sul ministero e la vita dei sacerdoti (nn. 3, 12)
La vocazione dei sacerdoti alla perfezione
Con il sacramento dell’Ordine i sacerdoti si configurano a Cristo sacerdote come ministri del Capo, allo scopo di far conoscere ed edificare tutto il Corpo di Cristo che è la Chiesa, come cooperatori dell’ordine episcopale. In realtà già fin dalla consacrazione del battesimo, come tutti i fedeli, essi hanno ricevuto il segno e il dono di una vocazione e di una grazia così grande che, pur nell’umana fragilità, possono e devono tendere alla perfezione secondo le parole del Signore: «Siate dunque perfetti così come il Padre vostro celeste è perfetto» (Mt 5, 48). Ma i sacerdoti sono tenuti a tendere in modo particolare a questa perfezione per il fatto che, consacrati in un modo nuovo a Dio con l’ordinazione, son resi strumenti vivi di Cristo eterno sacerdote per continuare nel tempo la sua mirabile opera che ha reintegrato con efficacia divina tutto il genere umano. Siccome adunque ogni sacerdote, nel modo che gli è proprio, tiene le veci della persona di Cristo, viene arricchito anche di una grazia speciale, perché, mettendosi al servizio del popolo a lui affidato e di tutto il popolo di Dio, possa avvicinarsi più efficacemente alla perfezione di colui di cui è rappresentante; e alla debolezza della natura umana sia di sostegno la santità di colui che è diventato per noi Pontefice «santo, innocente, senza macchia, segregato dai peccatori» (Eb 7, 26).
Cristo, che il Padre santificò, o meglio, consacrò e inviò al mondo «sacrificò se stesso per noi, per riscattarci da ogni peccato e purificare per sé un popolo bene accetto, zelante di buone opere» (Tt 2, 14) e così, passando attraverso la passione, entrò nella sua gloria; allo stesso modo i sacerdoti, consacrati dall’unzione dello Spirito Santo e mandati da Cristo, mortificano in se stessi le opere della carne e si dedicano totalmente al servizio degli uomini e sono così in grado di progredire nella santità, della quale sono stati arricchiti in Cristo, fino ad arrivare all’uomo perfetto. Perciò, esercitando il ministero dello Spirito e della giustizia, purché siano docili allo Spirito di Cristo che li vivifica e li guida, vengono consolidati nella vita dello Spirito. Infatti per le loro stesse azioni sacre quotidiane come anche per tutto il loro ministero, che esercitano in comunione con il vescovo e i confratelli, essi sono ordinati alla perfezione della vita. La stessa santità dei sacerdoti poi contribuisce moltissimo a che compiano il loro ministero con frutto. Quantunque infatti la grazia di Dio possa realizzare l’opera di salvezza anche per mezzo di ministri indegni, tuttavia Dio ordinariamente preferisce mostrare le sue meraviglie per mezzo di coloro i quali, resisi più docili all’impulso e alla guida dello Spirito Santo, per la loro intima unione con Cristo e la santità della vita, possono dire con l’Apostolo: «Non vivo già più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 20).
Responsorio – 1Ts 2, 8; Gal 4, 19
℞. Così affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita: * perché ci siete diventati cari.
℣. Per voi soffro le doglie del parto, finché non sia formato Cristo in voi.
℞. perché ci siete diventati cari.
Orazione
O Dio, tu hai reso mirabile il beato Sebastiano [Maggi] per singolare impegno nella disciplina religiosa e nella ricerca della perfezione evangelica. Fa’ che anche noi, proclamando con la nostra vita il mistero della morte e della risurrezione del Signore, per sua intercessione, possiamo giungere alla felicità eterna. Per il nostro Signore.

