Testamento Spirituale del Vescovo Bruno Foresti

Nel trigesimo della morte del Vescovo Bruno Foresti, pubblichiamo di seguito il suo testamento spirituale:

“Grazie per il tanto bene che mi hai dato, misericordia per il tanto che ti ho negato”

Oggi festa dell’Ascensione di Gesù in cielo, nella speranza che per la sua infinita misericordia e per la intercessione di Maria Egli mi abbia preparato un posto con lui, professo umilmente la mia fede nell’amore del Padre creatore, del Figlio crocifisso e risorto, e dello Spirito santo Paraclito. Credo tutto quanto Dio ci ha rivelato e che ci è proposto dalla Chiesa Cattolica e Apostolica.

Rendo grazie al Signore per avermi fatto nascere in una famiglia cristiana, per avermi chiamato al sacro ministero del presbiterato in Diocesi di Bergamo e inserito nel servizio episcopale nella sede di S. Geminiano a Modena e successivamente dei Santi Faustino e Giovita di Brescia. Porto con me nella tomba il segreto della fiducia con la quale, nonostante la mia impreparazione umana, culturale e spirituale, i superiori mi hanno chiamato a tali ruoli di responsabilità e chiedo scusa a tutti per averli accettati con insufficiente consapevolezza. Tuttavia riconosco che Dio non mi ha lasciato mancare le grazie necessarie, pertanto le mie inadempienze in ogni campo sono frutti amari della mia incorrispondenza alla grazia.

Ripercorrendo la mia storia personale, dirò che mi sono sforzato di tradurre in termini di laboriosità pastorale, sincera e magari poco riflessa e dialogante, ciò che Dio mi chiedeva. Sono riconoscente ai miei vicari, singolarmente a Mons. Olmi, e a tutti gli altri cooperatori nell’apostolato. Chiedo perdono alle tante persone che ho offeso e alle altre che non hanno trovato in me un padre e un fratello esemplare. Sopra tutto invoco su di me la infinita misericordia di Dio e supplico la intercessione di Maria nostra Madre e nostra fiducia.

Ringrazio le Istituzioni e le persone che mi hanno assistito durante il mio lungo periodo da pensionato: la diocesi di Bergamo che mi ha dato la casa, le Ancelle della carità per un buon periodo di accompagnamento quando ho deciso di lasciare il territorio della diocesi di Brescia per favorire la giusta libertà dei mei successori sempre fraternamente amici. Grazie ai miei parenti e singolarmente a una famiglia di vicini eccezionalmente generosi.

Nell’ultimo decennio di vita ho scelto liberamente di condividere la forma di vita solitaria di alcuni sacerdoti diocesani, modenesi e bresciani, conosciuti fin dal tempo del mio primo servizio sacerdotale; continuamente lieto di offrire i servizi di ministero chiestimi dalla fiducia dei richiedenti.

La proclamazione dell’Anno della Misericordia mi ha aiutato a scoprire con maggior lucidità, la verità che Dio vuol essere più amato che temuto anche nel servizio pastorale (“Simone, figlio di Giovanni, mi ami? Pasci le mie pecorelle”). Nel settantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale (7 aprile 1946-2016) durante la Eucarestia riferii ai miei compaesani di Tavernola due frasi che sentivo di rivolgere al Signore “Grazie per il tanto bene che mi hai dato” e “Misericordia per il tanto che ti ho negato”. Le ripeto anche oggi, chiedendo la grazia della conversione e l’aiuto dei fratelli.

“Sia lodato Gesù Cristo”

+ Bruno Foresti