Le carceri albanesi ospitano circa 2.800 detenuti, di cui 980 sono in espiazione di pena. L’Italia ha un interesse specifico nel garantire che almeno i detenuti condannati vengano trasferiti e scontino la pena nel loro paese di origine. In Albania, le condizioni carcerarie sono state oggetto di attenzione e preoccupazione, con segnalazioni di sovraffollamento e problemi di igiene e salute. Negli ultimi anni, sono stati effettuati lavori di ristrutturazione in alcune strutture, come i reparti Amenano e Simeto del carcere di Catania, tra il 2000 e il 2004 secondo il Ministero della Giustizia. Questi interventi hanno riguardato principalmente la riqualificazione di aree specifiche, ma le problematiche generali del sistema carcerario albanese persistono. Le Rassegna Penitenziaria e Criminologica ha evidenziato l’importanza di trovare soluzioni per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e garantire il rispetto dei diritti umani.
Don Matteo, nella diocesi di Rreshen, vorrebbe essere segno tangibile di speranza per i detenuti all’ interno del Carcere di Burrel con due proposte: piccoli laboratori e cure mediche-dentistiche. La prima vuole incentivare lavori di artigianato che permettono il recupero della dignità di ogni persona mentre la seconda vuole offrire le cure mediche e dentistiche a chi è abbandonato dalla famiglia o non può essere aiutato per la condizione di povertà. Purtroppo all’ interno del Carcere di Burrel molti detenuti sono lasciati soli e inoltre non possono permettersi cure per cui si aggiungono sofferenze ad altre sofferenze. Piccoli gesti di carità possono non solo alleviare la durezza del carcere ma accendere la speranza a chi sperimenta ogni giorno la triste realtà della reclusione.
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