Lettera a don Fabio Corazzina

19 settembre 2022

Caro don Fabio,

ti scrivo questa lettera, che intendo rendere pubblica, con un sentimento di profonda amarezza. Ho avuto occasione di osservare – come tanti ormai – il video della celebrazione eucaristica da te presieduta a Mazara del Vallo in occasione di un tour ciclistico in Sicilia. Sono rimasto sconcertato e estremamente rattristato. Tu sai quanto io apprezzi la tua sensibilità per i temi sociali e la tua attenzione per i più poveri ed emarginati. In questo caso ti devo invece dire chiaramente che non condivido quanto hai fatto e che considero molto grave quanto avvenuto. L’Eucaristia è il bene più prezioso che la Chiesa possiede: dono incommensurabile del suo Signore, mistero di grazia e di santità. Mistero, appunto. Come tale essa domanda anzitutto riverenza, un cuore grato e prima ancora ammirato. Quando si celebra l’Eucaristia l’atteggiamento sarà sempre quello di assoluto rispetto e di interiore devozione: ricordiamo l’esempio dei grandi santi. L’amore di Dio che nell’Eucaristia ci raggiunge nella semplicità dei segni e del rito non ci dà il diritto di agire con disinvoltura o addirittura con trascuratezza e superficialità. Quanto emerge dal video che tu hai diffuso dimostra invece proprio questo: il contesto, l’abbigliamento, il modo di trattare le sacre specie, la libertà nel formulare le orazioni e la stessa preghiera eucaristica, alcune battute fuori luogo e infelici. Non si può condividere tutto questo.

Mi stupisce anche che tu non abbia pensato alle conseguenze di un simile atto, per altro intenzionalmente portato all’attenzione pubblica attraverso i social. Come non rendersi conto dello sconcerto e del dolore che avrebbe provocato – e di fatto ha provocato – in tante persone che amano profondamente l’Eucaristia e la pongono al centro della loro vita di fede? Qui occorre davvero fare ammenda e chiedere umilmente scusa. Ti presto io la voce, lo faccio io a nome tuo nei confronti di tanti che si sono scandalizzati e mi aspetto che tu condivida con me questo bisogno. Ti chiedo poi di scegliere un gesto penitenziale, che esprima la consapevolezza della tua responsabilità e in qualche modo intervenga a riparare quanto accaduto.

Ti ho scritto con il cuore di vescovo, con la schiettezza che proviene da un affetto sincero. Ti raccomando d’ora in avanti di vigilare affinché tutto questo non si ripeta e ti invito a far tesoro di quanto Papa Francesco ci illustra nella Lettera apostolica Desiderio desideravi circa il vero senso liturgico. La buona fede non è sufficiente a giustificare quanto accaduto. In gioco c’è infatti un bene che è infinitamente più grande di noi e la carità verso i nostri fratelli e sorelle nella fede.

Ti giunga e ti accompagni la benedizione del Signore insieme con il mio paterno e cordiale saluto.

+ Pierantonio Tremolada