Gli oratori delle diocesi lombarde rappresentano oggi una esperienza importante – per certi aspetti indispensabile – non solo per il vissuto ecclesiale ma anche per la tenuta e la crescita della nostra società.
Ne è prova la fitta rete di rapporti che gli oratori lombardi riescono a stabilire, non solo nel proprio contesto territoriale, ma anche nel contesto più ampio e articolato della Regione, grazie al lavoro dei Servizi diocesani di pastorale giovanile e al lavoro condiviso nell’ambito della Consulta Regionale di pastorale giovanile, che opera con la sigla storica e ormai ben conosciuta di ODL.
In questi ultimi anni la reputazione sociale degli oratori è cresciuta e ha portato ad iniziative concrete e importanti. Tra cui, a titolo di esempio, il bando Porte Aperte promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Peppino Vismara. Da ricordare anche le iniziative promosse dalle Fondazioni di Comunità, dagli Enti locali, da Regione Lombardia con il bando Giovani Smart e Giovani IN Rete.
È fondamentale quindi verificare lo stato di salute degli oratori lombardi, ricordando che attraverso di essi le parrocchie non solo promuovono la pastorale giovanile e l’educazione cristiana, ma esercitano una funzione educativa più ampia, che valorizza le capacità dei ragazzi nell’aggregazione, nella socializzazione, attraverso anche lo sport e il tempo libero. In un tempo in cui gli Enti Locali faticano a garantire servizi pienamente accessibili, l’oratorio resta un presidio educativo e sociale insostituibile.
Proprio per questo è fondamentale fotografarne con precisione la realtà odierna.
Per questi motivi Fondazione Cariplo, in collaborazione con i Vescovi della Lombardia, a più di dieci anni dalla precedente rilevazione (2013–2014) ha inteso sostenere un nuovo censimento degli oratori della nostra regione, la cui realizzazione è affidata all’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ipsos. In questa ricerca è fondamentale anche il supporto di Odielle, che contribuirà alla raccolta dei dati con i suoi operatori.
Perché un censimento? Il censimento non è solo un semplice adempimento statistico, ma è uno strumento concreto per programmare con maggiore lucidità la pastorale e l’educazione, misurare l’impatto delle attività, valorizzare quanto già funziona, individuare criticità e bisogni emergenti. Una chiave per dialogare con istituzioni e territori in modo autorevole e documentato al fine di fare scelte migliori a beneficio dei ragazzi e delle loro famiglie.
I referenti individuati per ciascuna parrocchia (presbiteri o laici) riceveranno un link dall’Istituto di indagine individuato per provvedere alla compilazione di un questionario.


