Comunità amiche delle disabilità

Servizio e territori: un progetto che vede la partnership di Fondazione ASM, Fondazione Villa Paradiso e Congrega della Carità apostolica

È dal coraggio delle domande intelligenti che nascono progetti virtuosi. Quali sono le caratteristiche che rivelano le capacità di un territorio nel suo complesso di garantire alle persone con disabilità la prospettiva di una vita adulta, all’insegna del benessere, dell’appartenenza e della realizzazione di sé?

In provincia di Brescia sono tre (bassa bresciana centrale, Valle Sabbia e Valle Camonica) gli ambiti territoriali che, rispondendo alla domanda, hanno già ricevuto il marchio “Comunità Amiche della Disabilità”. Il progetto, avviato dalla Società Italiana per i disturbi del neurosviluppo, con la partnership di Fondazione ASM, Fondazione Villa Paradiso e Congrega della Carità apostolica, si impegna a fare una mappatura dei servizi che i territori offrono affinché ognuno possa vivere e realizzare il progetto di vita. Tra punti di forza e punti di debolezza il progetto diventa un’ottima occasione per rileggere le potenzialità di un territorio e per prendere coscienza delle criticità. Il segreto sta nel riuscire a creare una sinergia tra le varie realtà (private, private sociali e pubbliche) per la costruzione di una rete di prossimità fattiva ed efficace. È necessario un nuovo sguardo da maturare.

Il vescovo Pierantonio, nel suo intervento durante l’incontro, ospitato nella Sala Corrado Faissola, ha ribadito il grande apprezzamento da parte della comunità diocesana per la realizzazione di questo progetto inclusivo, segno visibile di una comunità che si interroga e pone la persona al centro. Il marchio CAD è un bell’esempio di assunzione di responsabilità verso chi vive situazioni di fragilità, le persone con disabilità non sono le destinatarie di una serie di servizi ma sono chiamate ad essere protagoniste delle nostre comunità civili ed ecclesiali. Anche il Sindaco, Laura Castelletti, ha partecipato alla giornata.

Giorgio Grazioli, presidente di ANFFAS Brescia Onlus ha evidenziato, scaldando il cuore dell’assemblea, che il progetto CAD nasce dal contesto locale bresciano che può a ben diritto considerarsi come una delle capitali italiane del Terzo Settore, quanto meno in termini statistici per il numero delle cooperative sociali, delle associazioni di volontariato e persino delle fondazioni. Ha inoltre sottolineato che è tempo che le famiglie delle persone con disabilità non si sottraggano alla chiamata di esercitare ed agire i diritti di cittadinanza, non solo nel chiedere protezione e sostegno per i loro cari, ma anche contribuendo attivamente ad adempiere il dovere costituzionale di partecipazione alla vita della loro comunità, apportando quella sensibilità e quella forza speciale che deriva dalla situazione che vivono, per edificare quella “amicizia” evocata dal nome del progetto. Le famiglie sono una risorsa della comunità e della Repubblica proprio per l’abitudine a misurarsi con la fragilità e il limite. Sono uno dei serbatoi di resilienza di questa società.

La giornata di Studio avvenuta nei giorni scorsi, promossa da Intesa San Paolo, ha ospitato un dibattito sui servizi e i sostegni per le persone con disabilità e ha permesso al ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, di presentare il cammino di attuazione della legge delega sulla disabilità. La Conferenza Stato-Regioni e il Consiglio di Stato hanno già dato il via libera ai decreti attuativi della legge; il ministro ha ribadito la necessità di un cambio di passo per uno sguardo nuovo e di una semplificazione delle procedure per ottenere servizi e perdere meno tempo per la certificazione dell’invalidità civile. Affinché il progetto di vita possa accadere anche noi siamo chiamati a esercitarci nell’arte della corresponsabilità, per edificare comunità accessibili, aperte al dialogo e alla solidarietà, rimuovendo le barriere architettoniche e ideologiche che impediscono l’accoglienza, la cura e la prossimità. “Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”.

Padre Domenico Fidanza