"La posta in gioco è alta: ottenere dei risultati senza maturare uno stile sinodale consegnerebbe la Chiesa a una delusione che comprometterebbe il futuro della sinodalità e della stessa Chiesa. Torno a ripeterlo: meglio che il Popolo di Dio nelle nostre Chiese si confronti sull’interrogativo fondamentale, piuttosto che parlare di qualsiasi cosa, senza costrutto e soprattutto senza direzione.
Ciò che conta è maturare una vera mentalità sinodale; comprendere che davvero «la Chiesa è costitutivamente sinodale», cioè Popolo di Dio che cammina insieme, non solo perché cammina, ma perché cammina sapendo dove va – verso il compimento del Regno – e perciò si interroga sulla strada da percorrere, ascoltando ciò che lo Spirito dice alla Chiesa.
Sono convinto che il primo e più fondamentale frutto di questa prima tappa del processo sinodale sia la convinzione, maturata nel reciproco ascolto, che la vita della Chiesa inizia dall’ascolto, come conseguenza di quella riscoperta della dimensione pneumatologica della Chiesa che il concilio ci ha riconsegnato e che impegna soprattutto noi pastori nel compito irrinunciabile del discernimento."
Con queste parole il Card. Mario Grech, segretario generale del sinodo dei Vescovi, si è rivolto alla assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana lo scorso 23 novembre.
Ci sentiamo fortemente impegnati a promuovere questo cammino sinodale in comunione con tutte le diocesi italiane e nel mondo. Questo stile ci consentirà di affrontare ambiti decisivi per la pastorale delle nostre parrocchie:
- la rivisitazione dell'ICFR,
- il progetto pastorale con e per i migranti nella Diocesi di Brescia,
- le linee di pastorale familiare
Questo percorso implica una consistente, matura, efficace fase di ascolto del Popolo di Dio.
La consultazione del Popolo di Dio è già parte del processo sinodale. Interpretare diversamente sarebbe andare contro il concilio Vaticano II, che riprende dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione la chiara affermazione che «la totalità dei fedeli che hanno ricevuto l’unzione del Santo (cfr 1Gv 2, 20 e 27) non può sbagliarsi nel credere e manifesta questa proprietà particolare mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando “dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici” esprime il suo universale consenso in materia di fede e di morale» (LG 12). Il Documento preparatorio in questo è chiarissimo, quando afferma la parte del sensus fidei nel processo sinodale.
Presentazione del Cammino Sinodale