Il realismo cristiano di F. Hadjadj

Venerdì 1 marzo, alle 18.00, la Biblioteca ospiterà Mauro Toninelli con l’opera: “Siate fedeli alla terra! Il realismo cristiano nella rilettura di F. W. Nietzsche ad opera di F. Hadjadj”

Presenta: Nicola Rocchi, Direttore di Atlante Bresciano

Interviene: Mario Zani, docente di Filosofia presso lo Studio Teologico Paolo VI e l’ISSR dell’Università Cattolica

Si nota spesso un materialismo-nichilista così presente nella visione della realtà di molti giovani. Quel modo di vedere il mondo e la vita che ormai diviene colonna sonora (Vasco?) che colora lo sguardo delle giovani generazioni davanti alle domande della vita. La risposta si gioca in queste tensioni. E il disorientamento, con poche o nessuna certezza, di Giovanni, Claudia, Stefano o Sara, nel pieno dell’adolescenza, sono un urlo assordante. Ma assumendo pienamente questo disagio, fin nella sua profondità, non è forse possibile scovarne una domanda di senso che il cristianesimo può intercettare? Friedrich Nietzsche, con l’annuncio della morte di Dio, ha tentato di mostrare come le concezioni antiche metafisiche e religiose, soprattutto cristiane, non avessero alcun senso nel tentativo di svuotare il mondo di qua in favore di un mondo che sta di là. La soluzione per andare oltre questi nichilismi, fasulli o deboli, è l’oltreuomo e la fedeltà alla terra.
Fedeltà al dato materiale che porta oltre l’uomo stesso. Questa è la chiave perché l’uomo si realizzi nell’oltreuomo secondo Nietzsche. Ma non materialismo.
E questa è la chiave con cui Fabrice Hadjadj, filosofo contemporaneo francese, prova a spiegare nei suoi testi, a partire dalla propria esperienza personale, la possibilità che il cristiano sia la realizzazione dell’oltre nichilismo offerto da Nietzsche.
Nel lavoro che segue, con un metodo tutt’altro che analitico, ma più vicino alla letteratura filosofica, si tenterà di mostrare i punti salienti di questi passaggi. Nel parallelismo tra Nietzsche e Hadjadj, al di là della distanza temporale, si notano come il modo di procedere del ragionamento siano simili, come il pensiero dell’uno si innesti sull’altro, dialoghino e su molti passaggi trovino le stesse lunghezze d’onda.
In una forma che strizza l’occhio al lettore nel tentativo di offrirgli assaggi di filosofia e di pensiero con una certa leggerezza, si snodano i capitoli del lavoro.
Il punto cruciale della ricerca è concentrata nel terzo capitolo. La fedeltà alla terra, tanto desiderata e auspicata da Nietzsche, si svela come apertura al sovrasensibile e al trascendente nel pensiero di Hadjadj. È proprio nel profondo della terra che si scoprono i cieli e solo grazie alla fedeltà al dato concreto c’è una fedeltà anche a ciò che lo trascende. Ma non lo nega. Fedeltà al dato per un essere umano significa corpo, morte, sessualità… Un’antropologia dall’incedere logico che si apre al Dio cristiano nel ragionamento stringente e logico. In quest’ottica Hadjadj constata come, in fondo, il Dio cristiano abbia ben chiaro il valore della carne e del corpo. Il mistero dell’Incarnazione dice proprio questo: la salvezza arriva grazie alla carne. Dio assume l’umanità attraverso la carne.
La fedeltà alla terra di Nietzsche offre una via verso Dio.
Questa intuizione di Hadjadj diventa apertura ad una interpretazione nuova del messaggio dell’oltreuomo e offre nuove risposte ai quesiti della contemporaneità. E diviene la possibilità concreta che il cristianesimo ha per intercettare le domande di senso dei giovani e dell’uomo di oggi.
Adolescenti compresi.
Visto però da dove si riscoprono, forse vale la pena dire che sono risposte vecchie come il mondo.