Archivi della categoria: Progetti Missionari

Palestina – Per i bambini audiolesi

L’Istituto Effatà Paolo VI, è sorta per desiderio di Papa Paolo VI, oggi S. Paolo VI, che nel 1964 è venuto in pellegrinaggio in Terra Santa. Nella sua visita il Papa venne a conoscenza che in questa terra erano presenti numerosi bambini sordi privi di assistenza, ed espresse il desiderio che fosse realizzata un’opera educativa per la loro riabilitazione.

La Congregazione delle Suore Maestre di S. Dorotea – Figlie dei Sacri Cuori, che era già presente in Terra Santa dal 1927, accolse con gioia la proposta e il 30 Giugno 1971 inaugurò la Scuola. Attualmente è frequentata da circa 200 alunni/e, dalla Scuola Materna alla Maturità, viene offerta loro la riabilitazione audiofonetica e quotidianamente un intervento logopedico personalizzato e di insegnamento didattico specialistico. In questo ultimo periodo e precisamente dallo scoppio della guerra, la situazione di Betlemme e dei villaggi di provenienza degli alunni si è fatta difficile, dolorosa, esposta a continui scontri e cattura di persone ricercate. Si vive un clima di grande incertezza e di non libertà. È una prigione a cielo aperto.

Tante persone hanno perso il lavoro, non è consentito che escano dal loro territorio, l’accesso a Gerusalemme è riservato a pochi. I pellegrinaggi sono stati bloccati e con essi tutte le persone che lavoravano, sono a casa. E questo fino a quando? L’Istituto per facilitare le alunne che abitano lontano dalla Scuola e non possono raggiungerla ogni giorno, offre la possibilità di un convitto e questo comporta un supplemento di assistenza e di sostegno nello studio pomeridiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Brasile – Una casa per i Migranti

Tra gennaio del 2017 e giugno del 2023 sono entrati in Brasile circa un milione di cittadini venezuelani, tra cui 700 mila attraverso la frontiera nord, che è il passaggio principale dei migranti.  Ovviamente le spese per le gestione di queste persone sono a carico del governo regionale e sovraccaricano sulle casse e sui servizi pubblici. Per questo motivo, la Caritas diocesana di Macapà, dove opera don Raffaele Donneschi sacerdote fidei donum bresciano, ha deciso di mettere a disposizione un edificio da destinare a Casa di Accoglienza per migranti.

La casa è aperta 24 ore su 24, e si sforza di garantire l’accoglienza di tutti coloro che chiedendo ospitalità. La casa non ha risorse economiche per il suo funzionamento, sopravvive solo grazie alle donazioni dei soci e degli amici esterni.  La struttura fisica presenta alcune aree danneggiate che necessitano di riparazioni, ma ci sono spazi che consentono l’espansione, che, per mancanza di risorse non è ancora possibile eseguire.

La volontà è quella di fornire, oltre all’accoglienza, anche un’assistenza completa ai migranti, soddisfacendo le loro esigenze di base, sanitarie, legali e sociali. Inoltre si propone di facilitare l’integrazione dei migranti nella società ospitante fornendo corsi di lingua, formazione professionale e supporto per l’accesso ai servizi locali. L’obiettivo è quello di attrezzare la Casa in modo che possa accogliere migranti e rifugiati e ospitare fino a 20 persone per tutto il tempo necessario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Repubblica del Congo – Borse di studio

Nella Diocesi di Aru operano in una scuola Andrea Bosio e Federica Maifredi, coppia di missionari laici fidei donum bresciani. Siamo ad Aru, all’estremo Nord-Est della Repubblica Democratica del Congo, nel martoriato stato dell’Ituri. Il loro villaggio è per lo più rurale e i suoi abitanti vivono dei prodotti della terra, di allevamento e della pesca del vicino lago Albert. Sono le donne a popolare i mercati, a marciare per chilometri con pesanti ceste sul capo e un fagottino di qualche mese legato al dorso.

Sempre loro le vittime di tradizioni ancestrali che non permettono la loro scolarizzazione favorendo invece unioni e matrimoni precoci e forzati. Inoltre, dal 1996 l’Est del Paese, dove ci troviamo, è teatro di disordini interminabili: guerre civili, conflitti tribali, presenza di gruppi armati che danno alle fiamme interi villaggi per il controllo delle terre, multinazionali che mettono in fuga migliaia di famiglie per fare il loro business.

Tra guerra e povertà il contesto è molto critico e l’unica possibilità di garantire il futuro è quella di investire sull’istruzione, che ha un costo non sempre sostenibile per le famiglie. Molta gente trova rifugio ad Aru e ricomincia una vita. Sono persone volenterose che si ingegnano vendendo qualsiasi cosa ma, la vita, la scuola, gli affitti e gli spostamenti sono più cari rispetto ai villaggi di provenienza e molte famiglie non ce la fanno. Spesso l’economia domestica piega e taglia quello che apparentemente non è essenziale, ossia l’istruzione dei figli.

L’obiettivo è quello di poter fornire 40 borse di studio agli studenti più meritevoli della Scuola locale, coprendo le spese delle uniformi, del materiale scolastico, dei libri e delle tasse scolastiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Uganda – Maggiori opportunità per le donne

Nella Diocesi di Moroto regione del Karamoja, nord-est dell’Uganda al confine con il Kenya e il Sud Sudan, suor Fernanda Cristinelli, missionaria comboniana originaria di Costa Volpino, lavora per offrire un’opportunità di riscatto a tante donne che vivono all’interno di una società ancora fortemente patriarcale. Le donne Karimojong sono donne forti, resilienti, creative, lodate nella tradizione come portatrice di vita, eppure sistematicamente marginalizzate a livello sociale, economico e politico.

L’alfabetizzazione femminile è molto più bassa che per la popolazione maschile, sono comuni i matrimoni combinati in età adolescenziale e purtroppo la violenza contro le ragazze che si oppongono è molto forte.  Le donne non hanno diritto di proprietà e normalmente non partecipano ai processi decisionali. Le donne lavorano molto per mantenere la famiglia, poter avere del cibo da cucinare ogni giorno mandare alcuni dei figli/e a scuola, sostenere le spese quando una malattia colpisce i membri della famiglia allargata. Devono contare sulle loro forze e sulla terra arida del Karamoja e spesso ottengono davvero poco.

L’obiettivo è quello di offrire alle donne maggiori opportunità economiche per renderle più autonome, in condizione di poter migliorare la loro vita e quella delle loro famiglie. Le offerte verranno utilizzate per iniziative di miglioramento economico come micro credito, piccoli allevamenti di galline e suini, rivendita di beni di prima necessità e piccoli punti vendita di pranzi semplici per lavoratori, sarà possibile sostenere circa 100 donne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Burundi – I più poveri tra i poveri

Vogliamo continuare ad aiutare i poveri e soprattutto i più poveri tra i poveri del Burundi. Questo paese ha una densità di popolazione altissima, tante malattie, tante difficoltà anche all’accesso ai servizi sanitari, povertà diffusa così tanti poveri che molti non possono permettersi di pagare le cure.

Purtroppo nei paesi dove non c’è un sistema sanitario nazionale che copre le spese sanitarie, le cure mediche devono essere pagati e lo scopo principale è quello di continuare ad aiutare i poveri tra i poveri che hanno grandi difficoltà che in molti casi non potrebbero curare: nell’ambito sia materno-infantile che nella traumatologia o nella medicina generale dove compaiono patologie che magari un tempo erano sconosciute, una su tutti il diabete.

Molti pazienti oltre a doversi far curare, spesso devono spostarsi di molti chilometri e questo significa impegnare molti soldi. Spesso bisogna coinvolgere la famiglia perché spesso non c’è alternativa e quindi tutto questo crea grossi problemi. Lo scopo di questo progetto è quello di avere un’organizzazione che consenta di distinguere di fornire le risorse necessarie di mandare tutto quello che si può verso le persone che veramente hanno bisogno e sostenerle in questo percorso dove le mamme soffrono con le mamme italiane e dove i pazienti soffrono anche di più perché non ci sono gli antidolorifici di cui noi disponiamo. Andiamo avanti anche quest’anno a dare una mano a loro perché sappiamo che tutto quello che versiamo finisce per aiutare qualcuno che ne ha veramente bisogno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Burundi: una falegnameria per Rwarangabo

È da tempo – scrive ancora suor Bruna – che desidero completare il progetto della falegnameria costruendo un hangar (capannone) accanto alla nuova falegnameria per accogliere i giovani studenti per la falegnameria: all’inizio mi ero scoraggiata di completare questo progetto ma le circostanze attuali mi hanno obbligata a riprendere in mano la possibilità e l’urgenza di iniziare i lavori dell’hangar. Ora noi abbiamo in cantiere questa costruzione fatta con assi, tutto in legno. Una sorta di stanzona che potrà accogliere un bel gruppo di giovani. I costi purtroppo hanno superato ciò che avevamo preventivato però ne vale la pena! Sono contenta perché il locale esaurisce i bisogni del progetto per la nostra gioventù. Un contributo indispensabile per poter far fronte anche alle successive spese che richiede questa attività: salari, contributi Inps, materiale (assi, chiodi, vernice…) Il contributo che ci aiuterebbe in tale realizzazione è un totale di 3.000 euro”. “Il vostro dono che arriva sempre come la manna della Provvidenza continua a salvare delle vite umane, a ridonare la speranza di vivere ai disperati, a pagare le tasse scolastiche, le cure mediche e a comperare cibo e vestiti per i poveri. Uno dei frutti del vostro dono è che 6 giovani di quelli che aiuto hanno appena ricevuto i loro diplomi per l’insegnamento nella scuola elementare e 9 cominceranno l’università…  Termino ancora una volta ringraziandovi della vostra amicizia e della vostra preghiera. Il vostro aiuto per i poveri è un grande sostegno alla mia missione. Conto sempre sulla vostra generosità abituale. Volevo sviluppare nuovi progetti per aiutare i poveri ad uscire dalla loro miseria ma sono impotente per mancanza di mezzi.

Ricordiamo che è possibile sostenere i nostri progetti missionari inviando le offerte dei singoli o delle comunità in questi modi:

1 – Con un bonifico bancario al seguente iban intestato a “Diocesi di Brescia – Ufficio per le Missioni” : IT02R0538711205000042708664, specificando nella causale del versamento:

– La destinazione dell’offerta (SE PRIVATO) “Progetto Falegnameria Rwarangabo”

– Il nome del paese della parrocchia e la destinazione dell’offerta. (SE ENTE O PARROCCHIA)

2 – Utilizzando il conto corrente postale n° 389254 intestato a “Diocesi di Brescia, via Trieste 13, 25121 Brescia”; causale: offerta per le missioni.

Potete poi inviare la  contabile del versamento a missioni@diocesi.brescia.it.

3 – Utilizzando carta di credito attraverso la piattaforma in fondo alla pagina

 

 


BURUNDI: In aiuto a chi non può permettersi le cure

Suor Stefania Rossi, suora missionaria Ancella della Carità, scrive per chiedere sostegno al Bureau Sociale: un servizio di aiuto economico per persone che non possono pagare le cure mediche all’interno dell’Ospedale Mons. Renato Monolo di Kiremba, in Burundi, il paese più povero dell’Africa. L’ospedale, sostenuto dalla Diocesi di Brescia, da Medicus Mundi, Museke, ASCOM e Poliambulanza, opera da più di 60 anni per rispondere ai gravi problemi sanitari del paese. Le Ancelle della Carità hanno iniziato a operare nell’ambito socioassistenziale dell’ospedale nel 2001, dopo un’interruzione dovuta all’uccisione di una suora e di un volontario nel 2011. Il Bureau Sociale fornisce assistenza a circa 50 persone al mese, principalmente adulti (il 70% delle quali donne e vedove) affetti da malattie croniche come diabete e cardiopatie, complicazioni chirurgiche, malattie mentali ed epilessia.

Suor Cecilie, responsabile della comunità locale, inizia la giornata visitando i reparti dell’ospedale e offrendo una presenza e un sostegno spirituale ai pazienti, intervenendo in caso di emergenze economiche. A Kiremba, la povertà colpisce l’80% della popolazione e la situazione è difficile, ma il Bureau Sociale cerca di aiutare le persone a raggiungere una maggiore dignità. Possiamo con un semplice gesto di solidarietà contribuire a questa opera di carità così importante per la popolazione di Kiremba. Le Ancelle della Carità si impegnano a proseguire la loro preziosa presenza, ma hanno bisogno di vicinanza, preghiera e supporto per continuare il loro lavoro.

Aiuta anche tu l’ospedale di Kiremba a proseguire la sua fondamentale missione a servizio degli ultimi.

Scopri di più sul progetto…

Contributo richiesto: € 10.000,00

 

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UCRAINA: Un Aiuto ai bambini e anziani, vittime della guerra

Padre Teodosio, dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino in Italia, chiede un aiuto alla Chiesa diocesana di Brescia a causa della guerra in Ucraina che ha colpito il suo popolo dal 24 febbraio 2022.

  1. Aiuto agli orfani ucraini che sono stati lasciati senza il necessario a causa della guerra. L’Esarcato e la Fondazione “Piccoli Sogni” di Leopoli stanno sostenendo 4 orfanotrofi che ospitano più di 120 bambini, ma ci sono molti altri bambini che hanno bisogno del nostro e vostro aiuto per avere un alloggio caldo e pasti regolari. Se la Diocesi di Brescia può sostenere l’Esarcato in questa missione, avremo la possibilità di offrire ai bambini orfani non solo il necessario, ma anche un po’ di quella gioia che ogni bambino dovrebbe avere.
  2. Aiuto alle persone, soprattutto agli anziani senza famiglia, che hanno perso le loro case e tutto ciò che avevano a causa dei bombardamenti. L’Esarcato sta cercando di garantire pasti caldi alle persone più vulnerabili nelle città più colpite, in particolare ad Odessa.

Aiutateci affinché ci sia un aiuto concreto per le persone più vulnerabili e più colpite dalla guerra che continua a distruggere le case, le scuole, gli ospedali, gli orfanotrofi e le vite umane.

Leggi la lettera di padre Teodosio…

Contributo richiesto: € 10.000,00

 

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MOZAMBICO: Un Centro per la Parola

Don Pietro Parzani è un sacerdote Fidei Donum in Mozambico, nella Diocesi di Inhambane, dove lavora come parroco nella parrocchia di São José di Mapinhane da due anni. São José di Mapinhane è una parrocchia di 700 km2 con circa 110.000 abitanti, suddivisa in 38 comunità di credenti sparse nel territorio e gestite da laici che svolgono vari ministeri per promuovere l’annuncio della Parola e mantenere viva la fede. Don Pietro visita le comunità ogni domenica per celebrare la Messa e organizza incontri e corsi di formazione per i laici. Questi incontri hanno una durata di 3-4 giorni o, a volte, di una settimana e sono tenuti da formatori e animatori laici che provengono da comunità lontane anche due o tre ore di cammino. In questo modo, i laici hanno l’opportunità di confrontarsi e sviluppare linee comuni di pastorale nonostante le distanze. A causa della vastità dell’area di Mapinhane, Don Pietro ha bisogno di un centro pastorale per la formazione dei laici che possano prendere il suo posto nelle varie attività pastorali e celebrative. I laici hanno un ruolo fondamentale nella parrocchia di Mapinhane e in tutto il Mozambico, poiché sono corresponsabili dell’annuncio della Parola di Dio nelle celebrazioni domenicali, nei funerali, nella catechesi e nei servizi pastorali. La Diocesi di Inhambane, come quella di Brescia, ha come piano pastorale quello di mettere al centro l’Annuncio della Buona Notizia, e il centro di formazione che Don Pietro vuole ristrutturare sarà utilizzato anche dalla comunità centrale di Mapinhane per le attività pastorali, in particolare per i gruppi giovanili e i consigli pastorali.

Leggi la lettera di don Pietro!

Contributo richiesto: € 10.000,00

 

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BRASILE: Una casa per i malati terminali

Il Vescovo bresciano di Castanhal in Brasile, dom Carlo Verzeletti, sta lavorando per costruire “Casa Abbà”, un hospice per accompagnare i malati terminali.

L’hospice è stato intitolato a don Pierino Bodei, Fidei Donum bresciano, che ha sempre sognato di costruire un ospedale per i pazienti terminali e che è morto in terra di missione a causa del Covid nel 2020.

L’obiettivo di “Casa Abbà” è di offrire cure palliative ai malati terminali dimessi dall’ospedale, in un contesto nel quale si è registrato un aumento spaventoso di casi di cancro causati dall’uso incontrollato di agrotossici vietati in Europa, ma ancora permessi in Brasile per l’agribusiness. Le cure palliative hanno l’obiettivo di alleviare le sofferenze dei pazienti e di offrire loro un accompagnamento umano e dignitoso. “Casa Abbà” sarà aperta 24 ore al giorno per fornire un costante supporto medico, psicologico, familiare e spirituale ai malati terminali. La diocesi sta anche investendo nella formazione di operatori sanitari e pastorali per prepararli a lavorare in questa struttura. “Casa Abbà” ha bisogno del tuo aiuto.

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Contributo richiesto: € 10.000,00

 

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