I missionari martiri bresciani

Martiri. Dal greco màrtys: ‘testimone’, colui che annuncia, attesta e grida la gioia della Resurrezione. Colui che canta la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della giustizia sull’arbitrio. Il grande mattino del martirio fu Stefano, umile diacono delle mense negli Atti degli Apostoli, cui Luca affida la ‘corona’ ( stèfanos) della testimonianza. «Signore, non imputare loro questo peccato», pregava per i suoi assassini (At 7,60), eco scandalosa della stessa voce di Gesù, nell’ultimo respiro. In un discorso-memoriale di tutta la storia biblica, Stefano narra del sodalizio di Dio con il mondo, lungo un tempo di cura e di Amore che, dal principio, arriva a Gesù Cristo e continua a crescere nell’oggi. Per questa sua preziosa testimonianza, Stefano si guadagnò il titolo di ‘protomartire’ della Chiesa, un autentico pilastro della stessa. Egli la diede con tale forza e passione, che risultò odiosa a molti, i quali lo ‘coronarono’ di sassate e di sangue. Martirio è, dunque, slancio di annuncio evangelico, splendore di una parola che è lieto messaggio per i poveri, gli oppressi e i prigionieri e che nessuno può spegnere neppure con lo sfiguramento, la tortura e il disprezzo.

Per questo è facile scambiare il martirio con il sacrificio, benché sia un grave equivoco. Mentre il martirio, infatti, segna la trasparenza della vita cristiana, la fede biblica non vuole il sacrificio, anzi si esprime in mille casi contro di esso. Lo ripete Gesù nel Vangelo di Matteo: «Andate ad imparare cosa vuol dire: voglio la misericordia e non il sacrificio» (Mt 9,13; 12,7), facendo eco alle parole dei profeti, Osea (6,6) e Samuele (1Sam 15,22). Dio impedì che Abramo sacrificasse il figlio Isacco (Gen 22,12), così come Geremia denunciò con violenza la pratica orrenda del sacrificio dei bambini in Gerusalemme, additandola come causa della rovina della Città. «Tu non gradisci il sacrificio e se offro olocausti non li accetti – è il Miserere del re David ma un cuore docile e affranto, Tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 51,18-19). Quello che conta è il cuore aperto a Dio e al prossimo tuo. Il sacrificio non serve per la salvezza, perché la salvezza è Dono del Signore.

 

 

Di seguito è possibile  consultare le schede con la storia del martirio dei missionari e missionarie bresciani. Uomini e donne che, con storie e vocazioni diverse, hanno testimoniato la loro fede fino alla morte.