L’Ecumenismo ha trovato in questi anni, nei temi della Salvaguardia del Creato, un tema sensibile di impegno comune tra tutte le chiese cristiane. Anche nel 2024 la celebrazione di questa giornata e di questo mese di settembre, vede unite le varie chiese secondo il tema comune: “spera e agisci con il creato”. E’ possibile scaricare la locandina nazionale della Giornata (promossa dall’Ufficio CEI per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e dall’Ufficio per i Problemi Sociali del Lavoro), il messaggio per questa giornata per la riflessione.
L’Istituto Effatà Paolo VI, è sorta per desiderio di Papa Paolo VI, oggi S. Paolo VI, che nel 1964 è venuto in pellegrinaggio in Terra Santa. Nella sua visita il Papa venne a conoscenza che in questa terra erano presenti numerosi bambini sordi privi di assistenza, ed espresse il desiderio che fosse realizzata un’opera educativa per la loro riabilitazione.
La Congregazione delle Suore Maestre di S. Dorotea – Figlie dei Sacri Cuori, che era già presente in Terra Santa dal 1927, accolse con gioia la proposta e il 30 Giugno 1971 inaugurò la Scuola. Attualmente è frequentata da circa 200 alunni/e, dalla Scuola Materna alla Maturità, viene offerta loro la riabilitazione audiofonetica e quotidianamente un intervento logopedico personalizzato e di insegnamento didattico specialistico. In questo ultimo periodo e precisamente dallo scoppio della guerra, la situazione di Betlemme e dei villaggi di provenienza degli alunni si è fatta difficile, dolorosa, esposta a continui scontri e cattura di persone ricercate. Si vive un clima di grande incertezza e di non libertà. È una prigione a cielo aperto.
Tante persone hanno perso il lavoro, non è consentito che escano dal loro territorio, l’accesso a Gerusalemme è riservato a pochi. I pellegrinaggi sono stati bloccati e con essi tutte le persone che lavoravano, sono a casa. E questo fino a quando? L’Istituto per facilitare le alunne che abitano lontano dalla Scuola e non possono raggiungerla ogni giorno, offre la possibilità di un convitto e questo comporta un supplemento di assistenza e di sostegno nello studio pomeridiano.
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Tra gennaio del 2017 e giugno del 2023 sono entrati in Brasile circa un milione di cittadini venezuelani, tra cui 700 mila attraverso la frontiera nord, che è il passaggio principale dei migranti. Ovviamente le spese per le gestione di queste persone sono a carico del governo regionale e sovraccaricano sulle casse e sui servizi pubblici. Per questo motivo, la Caritas diocesana di Macapà, dove opera don Raffaele Donneschi sacerdote fidei donum bresciano, ha deciso di mettere a disposizione un edificio da destinare a Casa di Accoglienza per migranti.
La casa è aperta 24 ore su 24, e si sforza di garantire l’accoglienza di tutti coloro che chiedendo ospitalità. La casa non ha risorse economiche per il suo funzionamento, sopravvive solo grazie alle donazioni dei soci e degli amici esterni. La struttura fisica presenta alcune aree danneggiate che necessitano di riparazioni, ma ci sono spazi che consentono l’espansione, che, per mancanza di risorse non è ancora possibile eseguire.
La volontà è quella di fornire, oltre all’accoglienza, anche un’assistenza completa ai migranti, soddisfacendo le loro esigenze di base, sanitarie, legali e sociali. Inoltre si propone di facilitare l’integrazione dei migranti nella società ospitante fornendo corsi di lingua, formazione professionale e supporto per l’accesso ai servizi locali. L’obiettivo è quello di attrezzare la Casa in modo che possa accogliere migranti e rifugiati e ospitare fino a 20 persone per tutto il tempo necessario.
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Nella Diocesi di Aru operano in una scuola Andrea Bosio e Federica Maifredi, coppia di missionari laici fidei donum bresciani. Siamo ad Aru, all’estremo Nord-Est della Repubblica Democratica del Congo, nel martoriato stato dell’Ituri. Il loro villaggio è per lo più rurale e i suoi abitanti vivono dei prodotti della terra, di allevamento e della pesca del vicino lago Albert. Sono le donne a popolare i mercati, a marciare per chilometri con pesanti ceste sul capo e un fagottino di qualche mese legato al dorso.
Sempre loro le vittime di tradizioni ancestrali che non permettono la loro scolarizzazione favorendo invece unioni e matrimoni precoci e forzati. Inoltre, dal 1996 l’Est del Paese, dove ci troviamo, è teatro di disordini interminabili: guerre civili, conflitti tribali, presenza di gruppi armati che danno alle fiamme interi villaggi per il controllo delle terre, multinazionali che mettono in fuga migliaia di famiglie per fare il loro business.
Tra guerra e povertà il contesto è molto critico e l’unica possibilità di garantire il futuro è quella di investire sull’istruzione, che ha un costo non sempre sostenibile per le famiglie. Molta gente trova rifugio ad Aru e ricomincia una vita. Sono persone volenterose che si ingegnano vendendo qualsiasi cosa ma, la vita, la scuola, gli affitti e gli spostamenti sono più cari rispetto ai villaggi di provenienza e molte famiglie non ce la fanno. Spesso l’economia domestica piega e taglia quello che apparentemente non è essenziale, ossia l’istruzione dei figli.
L’obiettivo è quello di poter fornire 40 borse di studio agli studenti più meritevoli della Scuola locale, coprendo le spese delle uniformi, del materiale scolastico, dei libri e delle tasse scolastiche.
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Nella Diocesi di Moroto regione del Karamoja, nord-est dell’Uganda al confine con il Kenya e il Sud Sudan, suor Fernanda Cristinelli, missionaria comboniana originaria di Costa Volpino, lavora per offrire un’opportunità di riscatto a tante donne che vivono all’interno di una società ancora fortemente patriarcale. Le donne Karimojong sono donne forti, resilienti, creative, lodate nella tradizione come portatrice di vita, eppure sistematicamente marginalizzate a livello sociale, economico e politico.
L’alfabetizzazione femminile è molto più bassa che per la popolazione maschile, sono comuni i matrimoni combinati in età adolescenziale e purtroppo la violenza contro le ragazze che si oppongono è molto forte. Le donne non hanno diritto di proprietà e normalmente non partecipano ai processi decisionali. Le donne lavorano molto per mantenere la famiglia, poter avere del cibo da cucinare ogni giorno mandare alcuni dei figli/e a scuola, sostenere le spese quando una malattia colpisce i membri della famiglia allargata. Devono contare sulle loro forze e sulla terra arida del Karamoja e spesso ottengono davvero poco.
L’obiettivo è quello di offrire alle donne maggiori opportunità economiche per renderle più autonome, in condizione di poter migliorare la loro vita e quella delle loro famiglie. Le offerte verranno utilizzate per iniziative di miglioramento economico come micro credito, piccoli allevamenti di galline e suini, rivendita di beni di prima necessità e piccoli punti vendita di pranzi semplici per lavoratori, sarà possibile sostenere circa 100 donne.
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Vogliamo continuare ad aiutare i poveri e soprattutto i più poveri tra i poveri del Burundi. Questo paese ha una densità di popolazione altissima, tante malattie, tante difficoltà anche all’accesso ai servizi sanitari, povertà diffusa così tanti poveri che molti non possono permettersi di pagare le cure.
Purtroppo nei paesi dove non c’è un sistema sanitario nazionale che copre le spese sanitarie, le cure mediche devono essere pagati e lo scopo principale è quello di continuare ad aiutare i poveri tra i poveri che hanno grandi difficoltà che in molti casi non potrebbero curare: nell’ambito sia materno-infantile che nella traumatologia o nella medicina generale dove compaiono patologie che magari un tempo erano sconosciute, una su tutti il diabete.
Molti pazienti oltre a doversi far curare, spesso devono spostarsi di molti chilometri e questo significa impegnare molti soldi. Spesso bisogna coinvolgere la famiglia perché spesso non c’è alternativa e quindi tutto questo crea grossi problemi. Lo scopo di questo progetto è quello di avere un’organizzazione che consenta di distinguere di fornire le risorse necessarie di mandare tutto quello che si può verso le persone che veramente hanno bisogno e sostenerle in questo percorso dove le mamme soffrono con le mamme italiane e dove i pazienti soffrono anche di più perché non ci sono gli antidolorifici di cui noi disponiamo. Andiamo avanti anche quest’anno a dare una mano a loro perché sappiamo che tutto quello che versiamo finisce per aiutare qualcuno che ne ha veramente bisogno.
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A nome dei nostri missionari e delle nostre missionarie, vogliamo ringraziare per quanto abbiamo donato dalla nostra Diocesi nel 2023.
Quanto donato è stato così distribuito:
€ 73.450,00 a favore delle missioni in Africa – € 22.450,00 per i progetti in America Latina
€ 21.000,00 a favore delle missioni in Europa – € 800,00 per i progetti in Asia
Ricordiamo che è possibile sostenere i nostri progetti missionari inviando le offerte dei singoli o delle comunità in questi modi:
1 – Con un bonifico bancario al seguente iban intestato a “Diocesi di Brescia – Ufficio per le Missioni” : IT02R0538711205000042708664, specificando nella causale del versamento:
– La destinazione dell’offerta (SE PRIVATO)
– Il nome del paese della parrocchia e la destinazione dell’offerta. (SE ENTE O PARROCCHIA)
2 – Utilizzando il conto corrente postale n° 389254 intestato a “Diocesi di Brescia, via Trieste 13, 25121 Brescia”; causale: offerta per le missioni.
3 – Utilizzando carta di credito attraverso la piattaforma in fondo alla pagina
LASCITI E DONAZIONI PER L’UFFICIO PER LE MISSIONI
Lasciti testamentari possono aiutare i nostri missionari a promuovere nei paesi più poveri progetti in ambito religioso/pastorale, sociale, sanitario e scolastico.
Queste le formule da utilizzare:
Se si tratta di un legato
a) di beni mobili “… lascio a titolo di legato per le opere missionarie la somma di € … [o titoli] alla Diocesi di Brescia, con sede a Brescia in via Triste 13, nella persona del Vescovo pro tempore.
b) di beni immobili “… lascio l’immobile sito in… alla Diocesi di Brescia, con sede a Brescia in via Triste 13, nella persona del Vescovo pro tempore, al fine di sostenere le opere missionarie”.
Se si tratta invece di destinare ogni sostanza alla Diocesi di Brescia per opere missionarie:
“Io sottoscritto…, nato a… il…, residente a… nel pieno possesso delle mie facoltà mentali così dispongo di tutti i miei beni per il tempo successivo alla mia morte. Revoco ogni disposizione testamentaria avessi fatto prima d’ora. Nomino mia unica erede universale la Diocesi di Brescia, nella persona del Vescovo pro tempore, e desidero che tutto [o in percentuale] il mio
patrimonio venga destinato ad opere missionarie. [luogo e data] [firma per esteso].
N.B. Il testamento deve essere scritto per intero dal testatore di propria mano.
Anche quest’ anno l’Ufficio per le Missioni, in collaborazione con le Ong “No one Out” e “Medicus Mundi”, propone una serata di testimonianze, musica e condivisione per aprire il nostro cuore al mondo. Metteremo in movimento la nostra passione per la missione aiutati dalla testimonianza dei giovani che in questo anno pastorale hanno vissuto il cammino di “Giovani in missione” sia nel percorso vissuto con l’ufficio e sia negli otto oratori che vivranno un’esperienza in missione. La disponibilità dei giovani alla partenza e alla condivisione di tre settimane estive in realtà missionarie diventa occasione per tutti noi di aprire il cuore al mondo.
L’appuntamento è per Sabato 25 Maggio alle ore 18.00 presso la Chiesa Parrocchiale “San Giacomo” a Ospitaletto, dove il Vescovo Pierantonio celebrerà la Messa con il mandato missionario; parteciperanno tutti i giovani in partenza insieme a coloro che li vogliono accompagnare delle loro famiglie, dei loro amici o delle loro comunità. A seguire, presso l’oratorio “San Giovanni Bosco” in piazza san Rocco 13 la possibilità di condividere la cena semplice per la quale è obbligatoria la prenotazione scrivendo a missioni@diocesi.brescia.it entro e non oltre Lunedi 20 Maggio 2024, indicando nome e cognome e numero delle persone; si riceveranno poi indicazioni per il pagamento.
Infine alle ore 20.45 presso il Teatro Agorà in piazza san Rocco 10 il Laboratorio Missionario accompagnati dal Coro Interculturale Elikya (in Lingala, lingua bantù del Congo, Elikya significa “speranza”). Il coro, composto da 40 elementi, coristi e musicisti di diverse nazionalità, ci aiuterà con una testimonianza musicale che ci aiuterà ad andare con i pensieri e con la nostra passione “fino ai confini della terra”.
Vi aspettiamo per accompagnare i nostri giovani verso le esperienze missionarie estive e per condividere la nostra passione missionaria per il mondo.
In occasione della chiusura del Mese di Ramadan, la Diocesi invia alla comunità islamica di Brescia un messaggio di augurio e di fraternità, arricchito dal testo redatto dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso dal titolo “Cristiani e Musulmani: estinguere il fuoco della guerra e accendere la candela della pace”.
Lo scambio di auguri e messaggi in occasione di queste ricorrenze religiose, diventa una possibilità concreta di dare visibilità al cammino di fraternità che insieme, come credenti, siamo chiamati a vivere, valorizzando le nostre identità religiose.
É possibile consegnare le offerte per la Quaresima in due modi:
1 – Con un bonifico bancario al seguente iban intestato a “Diocesi di Brescia – Ufficio per le Missioni” : IT02R0538711205000042708664, specificando nella causale del versamento:
Quaresima 2024 – Parrocchia di XXXXXXXX – Comune di XXXXXXXX
2 – Consegnare le offerte a Brescia in via Trieste 13b, presso l’Ufficio per le Missioni tutti giorni dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 16.00
Ricordiamo che quanto raccolto andrà a favore dei progetti missionari che ci siamo impegnati a sostenere e che ci parlano di situazioni umane dove è forte la speranza di realizzare “un più di vita”. I progetti di aiuto ci parlano di vita e ci portano in Brasile, Rep. del Congo, Uganda, Palestina e Burundi.